Sette anni per una farmacia | L'Odissea di tre giovani messinesi - Live Sicilia

Sette anni per una farmacia | L’Odissea di tre giovani messinesi

Vincono il concorso, ma non trovano i locali. Poi arriva il lieto fine. Storie di "ordinaria" burocrazia

PALERMO – Realizzare il sogno di una vita può richiedere tempo, a volte anche troppo. Nel caso di tre farmaciste messinesi ci sono voluti sette anni, alcuni ricorsi giudiziari, tre perizie giurate, sei mesi senza stipendio e una buona dose di pazienza, anche se non è mancato il lieto fine. Una vicenda a tratti paradossale, fatta di lungaggini burocratiche e di interpretazioni normative, che si è conclusa con l’agognata apertura di una farmacia nel quartiere Montegrappa di Palermo.

Ma andiamo con ordine. E’ il 2012 quando Giorgia Di Napoli, Donatella Marchesini e Ilenia Lombardo partecipano al concorso pubblico per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche. Si tratta di tre ragazze messinesi, tutte di 37 anni e a cui per la verità il lavoro a tempo indeterminato non manca: una è dipendente dell’Asl, una fa l’informatore scientifico e una ha una parafarmacia. Ma aprire una propria farmacia è il sogno della vita e così le tre professioniste ci provano, non sospettando l’inizio di un vero e proprio calvario.

Il punto è che in alcune regioni italiane, tra cui la Sicilia, le sedi non vengono assegnate a causa di alcuni ricorsi alla giustizia amministrativa e qui l’iter si complica, si ingarbuglia ma soprattutto i tempi si dilatano: fra Tar e Cga, la parola “fine” viene messa solo nel 2017, ben cinque anni dopo, quando anche nell’Isola vengono assegnate le sedi e alle tre socie tocca in sorte Palermo e per la precisione via Ernesto Basile. Si tratta di una strada grande, trafficata, che collega la circonvallazione con il centro città, in cui ci sono negozi, scuole, l’università ma anche il parcheggio dell’Amat: insomma, un’arteria molto trafficata e quindi assai appetibile.

“Il problema è che l’area prevista inizialmente viene ridotta, alcune vie vengono eliminate e il segmento si riduce – spiega Donatella Marchesini – tanto che non troviamo nemmeno i locali in cui poter aprire la farmacia”. In pratica le tre vincono un concorso, hanno la meglio sui ricorsi e possono aprire una nuova attività, ma nella zona assegnata non ci sono locali vuoti, come certificano ben tre perizie giurate: un paradosso che però diventa un problema insormontabile. In realtà un locale viene individuato, ma in una via più piccola e defilata e soprattutto fuori perimetro che le tre accettano comunque, anche se il punto è meno favorevole.

Nella stessa situazione, a Palermo così come in Sicilia, ci sono anche altri professionisti e nel capoluogo, tra Asp e Comune, si cerca una soluzione disperatamente al fatto che il locale sia al di fuori dell’area indicata: la pratica del Piano farmacie, come una pallina da ping pong, fa la spola tra giunta, consiglio comunale e uffici tra rimpalli di responsabilità, pareri diversi, divisioni politiche e perfino errori materiali. Intanto il tempo passa, finché alla fine dello scorso ottobre arriva una sentenza del Tar: il potere di decidere spetta ai sindaci e quindi Orlando, con una determinazione, stabilisce il principio di “prossimità”. In poche parole, vale il locale disponibile più vicino anche se fuori dal perimetro previsto.

“La farmacia è un servizio pubblico e ad essere stati danneggiati sono stati soprattutto i cittadini”, dicono le tre professioniste che finalmente oggi hanno potuto alzare la saracinesca e inaugurare i locali che da domani saranno aperti al pubblico. Peccato che ci siano voluti sette anni. “Siamo moralmente distrutte ma felici – spiegano – e la felicità compensa tutto quello che abbiamo passato. Se è stato difficile affrontare tutto questo? E’ stato difficilissimo”. Già perché a metà del 2018 le tre dottoresse, che nel frattempo hanno compiuto 43 anni, hanno abbandonato i rispettivi lavori e si sono ritrovate per oltre sei mesi senza uno stipendio pur avendo il mutuo da pagare, l’affitto per un alloggio nel capoluogo, quello per i locali individuati, figli e famiglie a carico. E tutto per realizzare il sogno della propria vita, costato sacrifici e sette anni di attesa pur avendo le carte in perfetta regola. “Qui a Palermo Orlando è intervenuto, ma in altre parti della Sicilia ci sono colleghi che ancora aspettano una risposta – commenta la Marchesini – Noi siamo le prime a poter aprire una farmacia grazie al principio di prossimità e per questo non possiamo che ringraziare il sindaco, i nostri avvocati Luisa Pullara e Oriana Ortisi, il presidente della commissione Attività produttive Ottavio Zacco e l’Asp. Siamo in una traversa? Non importa, finalmente realizzeremo il sogno di una vita e, cosa più importante, garantiremo un servizio ai cittadini del nostro nuovo quartiere”.


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