CATANIA- Settimana cruciale per l’inchiesta sul Cara di Mineo, la Procura guidata da Giovanni Salvi sta analizzando i documenti sequestrati alla luce delle intercettazioni che emergono dal secondo troncone dell’inchiesta mafia capitale. I sei indagati, Paolo Ragusa nella qualità di presidente del consorzio Sol Calatino, Giuseppe Castiglione, soggetto attuatore dell’emergenza migranti, Anna Aloisi, presidente del Consorzio Terre d’Accoglienza, Giovanni Ferrera, direttore generale del Consorzio terre d’accoglienza e Marco Sinatra, sindaco di Vizzini, hanno la facoltà di presentare memorie o chiedere di rilasciare dichiarazioni spontanee.
Strada, quest’ultima, che sarà percorsa dal direttore generale Giovanni Ferrera, che di recente si è opposto alla delibera dell’Autorità Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone che ha dichiarato illegittimo il bando del Cara di Mineo per violazione dei principi di trasparenza. Secondo Ferrera “il bando utilizzato a Catania, che riunisce in un unico capitolato tutti i servizi, è lo stesso che tutte le Prefetture d’Italia utilizzano in seguito a un decreto ministeriale del 2008”.
Ferrera è stato tirato in ballo da Luca Odevaine, presidente della commissione di aggiudicazione degli appalti e uomo chiave del sistema “mafia capitale”. “A fare le gare siamo noi -dice Odevaine intercettato riferendosi a Ferrera- anche le gare precedenti le abbiamo fatte lui ed io…”. Il riferimento di Odevaine è alla clausola che premiava la presenza di una cucina a entro i 30 chilometri da Mineo: “A 30 km deve sta da Mineo…e noi quello l’abbiamo messo praticamente per fargli vincere la gara”.
Ferrera commenta questa intercettazione con Livesicilia: “Evidentemente sono stato utilizzato da Luca Odevaine, che avrà inserito questa clausola per ottenere soldi dalle imprese, in ogni caso, però, secondo me, il bando era oggettivo e la clausola non era determinate per il punteggio che attribuiva. A questo si aggiunge che c’erano ben 3 cucine nel calatino alle quali potevano appoggiarsi le imprese”.
E allora perché ci sono stati pochi partecipanti in gare del valore di 100milioni di euro? “Semplice -risponde Fichera- ritengo che si siano spaventati dei ritardi nei pagamenti del ministero dell’Interno, in alcuni casi il raggruppamento vincente è stato costretto a anticipare 40milioni di euro, pagando alle banche interessi milionari. Quale impresa oggi può permettersi di indebitarsi con le banche per ottenere anticipazioni a fronte di un contratto con la pubblica amministrazione?”.
La tensione sale alle stelle a Mineo, il sindaco Aloisi e il collega Sinatra di Vizzini si presenteranno dimissionari al consiglio di amministrazione, proporranno di sciogliere il Consorzio Calatino terre d’accoglienza, si tratta di un ente che, dopo l’emergenza migranti del 2011, ha assunto la funzione di stazione appaltante per conto del ministero dell’Interno. L’ipotesi del commissariamento si avvicina e nel frattempo il viavai degli indagati in tribunale si intensifica.
La parola passa alla magistratura.