PALERMO – “Il paventato taglio agli stipendi di oltre 3.200 lavoratori della Seus, non è certamente la soluzione auspicabile rispetto alle criticità gestionali della medesima società”. È ancora guerra sulla Seus. E a intervenire con toni molto duri è direttamente l’assessore alla Salute Lucia Borsellino. Oggetto della critica dell’assessore, la scelta del consiglio di gestione della società di aprire un tavolo cosiddetto “di crisi” con le organizzazioni sindacali di categoria. Una uscita, quella dell’assessore, che assume anche una valenza “politica”. A comporre quell’organismo, infatti, sono Gaetano Moltalbano, un fedelissimo del presidente Crocetta (e componente dell’ufficio di gabinetto del governatore) e Alessandra Di Liberto, assai vicina, storicamente, al segretario generale Patrizia Monterosso e nominata da pochi giorni capo di gabinetto del neo assessore all’Energia Salvatore Calleri, scelto direttamente da presidente della Regione.
Ma dall’assessore arrivano critiche durissime. Che, pare, siano però persino più morbide di quelle espresse in una riunione col conisglio di gestione alcuni giorni fa. Il tema sempre quello: la scelta di tagliare gli stipendi a oltre tremila dipendenti Seus, per ripianare un “buco” di circa 1,4 milioni di euro. “Tale prospettiva – attacca però l’assessore – non può non avvertirsi quale legittima preoccupazione di quanti, giorno e notte, svolgono con senso di responsabilitè e dedizione un servizio essenziale e salvavita per i cittadini. Al fine, infatti, di coniugare la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, insieme con l’esigenza di dovere riqualificare l’impiego delle risorse umane, strumentali ed economiche della società, in questi ultimi mesi sono stati messi in atto dalla nuova direzione generale, in raccordo con l’assessorato alla Salute, tutti gli strumenti di regolazione, pianificazione e controllo, condivisi con le stesse organizzazione sindacali e ratificati dagli organi societari di gestione e di sorveglianza, funzionali ad una gestione più efficiente, trasparente e funzionale del sistema di emeregenza-urgenza sanitaria”.
La direzione generale è rappresentata da Angelo Aliquò. Un manager fortemente “gradito” all’assessore Borsellino. E finito al centro di una bufera, all’atto della nomina. Sempre gli organismi della Seus cercarono di mettersi di traverso. Un “caso” che portò alle dimissioni di Giulio Guagliano, in quel momento presidente del Consiglio di sorveglianza e capo di gabinetto dell’ex assessore all’Economia Luca Bianchi. E oggi nuovo capo della segreteria tecnica di Crocetta.
Secondo l’assessore Borsellino, appunto, Aliquò avrebbe già messo in atto delle misure che potrebbero consentire il rientro da quel milione e quattrocentomila euro senza necessarimente passare dai contratti di solidarietà. Una scelta che apparirebbe anche “iniqua”, ingiusta: “A fronte di tutti gli interventi messi in campo, per la prima volta, non ultimo la definizione di costi unitari dei vari servizi che la Seus può rendere alle Aziende sanitarie secondo i principi normativi di affidamento in materia di in house providing, – dice infatti l’assessore – in luogo del ricorso alle esternalizzazioni di tali servizi, sarebbe quanto meno iniquo che l’eventuale ricorso a contratti ‘di solidarieta’ debba riguardare una società che svolge un servizio sanitario essenziale e non anche altre società partecipate regionali che soggiacciono alle medesime regole e condizioni e il cui controllo va perciò improntato al medesimo rigore”.
Insomma, perché i tagli alla Seus e nessun provvedimento per le altre società partecipate? “In un contesto, infatti, che richiede un governo rigoroso della spesa pubblica, – aggiunge l’assessore Borsellino – tagli lineari non potrebbero essere più tollerati se non quale effetto di azioni omogenee di intervento in settori di analogo interesse, sulla base di ragionati piani di programmazione e della valutazione del loro impatto sul sistema”. L’assessore conclude ricordando la “delicatezza” del lavoro svolto dagli operatori Seus, e auspicando che “non si debba ragionare in termini di ‘crisi’ ma di percorsi e programmi condivisi sul piano strutturale e di sistema, in aderenza anche alle indicazioni fornite dalla Corte dei Conti nell’ambito delle continuative e proficue relazioni istituzionali”. Nessun tavolo di crisi, quindi. Questo chiede l’assessore. Ma dalla società minimizzano.
Già un paio di settimane fa Montalbano e Di Liberto avevano convocato la stampa a Palazzo d’Orleans per smentire le notizie trapelate sui giornali che davano per certo, ormai, il ricorso ai contratti di solidarietà per i dipendenti della società. “Ancora non avevamo nemmeno aperto il tavolo di crisi con i sindacati – spiega la Di Liberto – , cosa che invece abbiamo fatto con quest’ultima delibera”. Una decisione, secondo il neocapo di gabinetto dell’assessore all’Energia, “necessaria” proprio a “negoziare una soluzione alternativa con le parti sociali”. L’assessore Borsellino, invece, sarebbe stata “troppo poco realista quando, nel corso di uno dei primi incontri con i sindacati, si è esposta assicurando che non sarebbe stato toccato alcuno stipendio. A fare la delibera – dicono ancora dal consiglio di gestione – siamo stati costretti, perché nel frattempo sono stati resi noti i prezzi di mercato, che si sono rivelati inferiori rispetto a quelli offerti da Seus. Così, il disavanzo stimato per il 2014 è di 1,4 milioni di euro, e dobbiamo capire come coprirlo”. Ma la Di Liberto insiste: “Cercheremo il confronto con le parti sociali, è quello l’unico contesto adeguato a discutere. In ogni caso, la riduzione del salario sarebbe di soli 30 euro mensili per dipendente e di fronte alla prospettiva del licenziamento potrebbe essere il male minore. Se qualcuno, poi, vuole strumentalizzare la vicenda sappia che va solo contro l’interesse dei dipendenti”. La “guerra” è solo all’inizio.