CATANIA – Il Tribunale del Riesame si è riservato di decidere sul ricorso presentato dalla Procura avverso la decisione del Gip che non ha accolto la richiesta di misura cautelare in carcere nei confronti di Rosario Lombardo, conosciuto nella ‘mala’ come Saro U Rossu, indagato chiave dell’inchiesta Carthago 2 che ha decapitato la cupola dello spaccio di San Cristoforo gestita dal clan Santapaola. La Gip nell’ordinanza ha disposto l’invio degli atti di indagine al Tribunale competente visto che l’indagato, già condannato in via definitiva a 20 anni nel processo ‘Ghost e Stella Polare’, ha una patologia cardiaca che sarebbe incompatibile con il regime carcerario. Nonostante la detenzione domiciliare però Lombardo dalla sua abitazione di viale Biagio Pecorino avrebbe tenuto le redini del gruppo criminale. Dopo l’arresto di Marcello Magrì in particolare in casa di Saro U Rossu si sarebbero svolti i summit organizzativi del clan Santapaola. Le cimici dei carabinieri lo hanno inchiodato. Le intercettazioni sono il cuore pulsante dell’inchiesta Carthago 2 coordinata dai pm Rocco Liguori e Lina Trovato. Già il processo si è aperto.
Il Tribunale del Riesame nel corso dell’ultima udienza aveva accolto la richiesta del difensore di Lombardo, l’avvocato Pino Ragazzo, di disporre una perizia medico legale ed ora dovrà decidere se emettere un’ordinanza di custodia cautelare (in carcere o ai domiciliari) o rigettare il ricorso della Procura.
Da qualche mese, dopo un periodo al carcere di Opera, Il boss (uomo d’onore secondo alcuni pentiti) è ai domiciliari a Roma a casa di un parente. Lontano da Catania.