Giustizia, ambiente, energia sono stati i temi trattati questa mattina nell’ultima giornata di studio del PPE. Dopo l’intervento di ieri del Guardasigilli Angelino Alfano su immigrazione e sicurezza, oggi è stato il turno del ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenuto sulle questioni di cooperazione internazionale. “Vorrei concentrare l’attenzione sui temi di politica estera e su quelli di strategia internazionale sulla sicurezza nel Mediterraneo – ha sottolineato il titolare della Farnesina – . Nel Nord Africa si sta verificando quella che alcuni analisti chiamano la ‘primavera del Mediterraneo’ dove si ha una ‘domanda di libertà’ che spesso si paga con la vita. Non possiamo, però, continuare a percepire i paesi del Nord Africa come ‘ gendarmi dell’Europa’, come barriera di protezione dal terrorismo, dai flussi migratori. Il compito che si prefigge la famiglia del PPE è quello di creare stabilità e sicurezza senza mettere da parte la liberà e il rispetto dei diritti umani che garantiscono la libertà individuale”.
Il tema del dibattito si è poi spostato sulle vicende ambientali, con una tavola rotonda dedicata interamente alla gestione delle risorse idriche del bacino Mediterraneo. “L’Italia ha una posizione geografica strategica per quanto riguarda la questione delle risorse idriche – ha esordito il ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo – . L’acqua è un bene primario che non ha una disponibilità illimitata. La crisi dei Paesi del Mediterraneo stanno creando tensioni, controversie e preoccupazioni anche su questioni economico-ambientali come quella dell’acqua. L’uso irriguo, alimentare delle risorse idriche hanno un impatto globale che deve essere gestito e ottimizzato innanzitutto da una buona governance”. Non sono mancati, inoltre, i riferimenti alle polemiche che accompagnano il referendum sulla privatizzazione dell’acqua. “ E’ chiaro che noi tutti vogliamo che l’acqua resti un bene pubblico ma i finanziamenti pubblici devono essere sostenuti anche da quelli privati”.
“Quel che è successo e sta succedendo dimostra che la sicurezza e il benessere di noi tutti, cittadini europei, dipende in modo stretto dal modo in cui si sapranno sviluppare, nella libertà e nell’integrazione sociale, i nostri vicini dell’altra parte del Mediterraneo” ha esordito il presidente del Senato, Renato Schifani. “Serve, dunque, da parte nostra un approccio nuovo che fondi il partenariato tra le due aree geografiche di questo mare sulla democrazia e su una prosperità veramente condivisa”. Spazio anche all’energia e alle proposte in tema di politica energetica con particolari riferimenti al ruolo dell’Europa sulla questione nucleare. “Il PPE è impegnato in una revisione della normativa europea sul nucleare – ha proseguito la seconda carica dello Stato – Dobbiamo assicurare al nostro Continente una fornitura di energia non inquinante ma soprattutto dobbiamo puntare su una maggiore efficienza energetica basata sulle energie rinnovabili, sulle nuove tecnologie, sulla modernizzazione e sicurezza degli impianti”.
La tre giorni di studio del Gruppo del Partito Popolare Europeo ha visto l’alternarsi di vertici, ministri, europarlamentari che si sono ritrovati a discutere sui più importanti temi di sicurezza, economia, politica estera, ambientale ed energetica. Temi affrontati e ripresi dal Presidente della Commissione europea, Manuel Barroso, nel discorso che ha chiuso i lavori. “Occorre più Europa e non meno Europa. E’ necessaria una cooperazione più stretta che punti sulla solidarietà, sulla politica di vicinato, sullo sviluppo economico. Per problemi complessi non sempre ci sono soluzioni semplici, bisogna puntare su un maggiore coraggio politico”. I riferimenti alla politica dei popolari europei non sono mancati nel suo intervento. “L’Europa e i diritti umani sono stati sempre al centro del programma del PPE. La democrazia nei paesi arabi deve crescere e radicarsi ma soprattutto deve essere sostenuta. Non possiamo restare indifferenti a quanto sta accadendo ma non possiamo lasciarci trascinare dal populismo”.