Si mobilitano i sindacati di base| "Non siamo dei fannulloni" - Live Sicilia

Si mobilitano i sindacati di base| “Non siamo dei fannulloni”

Assemblea generale dei lavoratori della Provincia. Al centro del dibattito la riforma Crocetta. Incertezza sul futuro di dipendenti e precari. E' stato di agitazione.

Abolizione province
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CATANIA – Passerà alla storia come la “riforma Giletti”. La dicitura è ovviamente ironica e serve a individuare il disegno di legge regionale che abolisce le province in Sicilia e che il governatore Rosario Crocetta ha, appunto, annunciato mentre era ospite nel salotto televisivo del presentatore Rai Massimo Giletti. Sono in molti però a non ridere di quella scelta per certi versi storica. Fra questi ci sono i dipendenti dei nove enti prossimi all’estinzione, che guardano con non poca inquietudine al proprio futuro professionale. È stata convocata infatti per oggi l’assemblea generale dei lavoratori della Provincia etnea.

L’incontro si è tenuto nella sala convegni del centro funzionale di via Novalucello. All’ordine del giorno non c’era soltanto l’iniziativa riformatrice del presidente della Regione, ma anche l’intesa firmata ieri dalla triplice sindacale e dal ministro della Funzione Pubblica, Graziano Delrio, in vista della dismissione, su tutto il territorio nazionale, delle stesse province e la nascita delle città metropolitane.

Dipendenti Provincia regionale di Catania

Una scelta fortemente criticata da Antonio Dell’Ombra, rappresentante sindacale dei dipendenti della provincia catanese e aderente al sindacato autonomo Cnl: “Siamo davanti ad un paradosso incredibile, una farsa tutta italiana. Ancora si deve approvare la riforma delle Province e c’è già un disegno di legge avallato dai sindacati confederali. Non ci risulta però che lo Costituzione sia stata finora cambiata. Vogliamo creare dunque un blocco unitario dei dipendenti delle provincie siciliane – spiega ancora – per farci sentire a Roma. Insomma, si stanno distruggendo 150 anni di storia delle Provincie”. Questo è per quanto concerne la valutazione politica sull’intesa di ieri. Sul fronte occupazione, invece, Dell’Ombra preferisce rassicurare i colleghi: “A Catania nessun dipendente rischia il posto di lavoro. C’è però grande incertezza e non si sa, ancora, se ci sarà un grande processo di mobilitazione. Già da ora, quindi, stiamo informando i dipendenti su cosa potrebbe accadere in futuro. É certo che tutte le Rsu sono per non fare chiudere le province. Anche se ieri – sottolinea con stupore – alcune sigle hanno firmato quel protocollo d’intesa”.

<p>Il centro funzionale della Provincia di Catania</p>

Resta l’incertezza anche sul futuro dei 37 precari in attesa di stabilizzazione da parte della Provincia etnea. Spiega Emilia Messina dell’Usb: “ Siamo in attesa che qualcosa cambi a livello ragionale. É chiaro però che  – riferisce – tutto ciò non potrà avvenire in questa fase. In attesa del riordino delle Province non potranno avvenire nuove assunzioni. Speriamo dunque – sottolinea – che la nostra situazione venga sollevata da tutte le sigle sindacali. Infondo, in Sicilia, siamo diverse centinaia”. Su di un punto tuttavia la Messina non ha alcun dubbio: “Questa riforma non garantirà, sicuramente, nessuna forma risparmio”.

L’assemblea di oggi fa da volano, inoltra, ad una serie di iniziative che da qui a qualche mese potrebbero prendere forma su tutto il territorio regionale. Intanto, però, è stato proclamato lo stato di agitazione.  “Vogliamo – è stato spiegato – formare un Movimento di difesa della Costituzione, chiedere incontri con i politici locali, indire conferenze stampa dove spiegare le funzioni svolte dai supposti ‘enti inutili’. Sottolinea infatti il sindacalista Antonio Aliotta:  “La stampa nazionale ha prodotto una immagine di noi lavoratori falsata. Non siamo dei fannulloni e abbiamo una dignità da difendere”.

 


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