“Le dichiarazioni che emergono sul periodo delle stragi mi sembrano solo giochi di potere attraverso i quali è difficile trovare la verità e chiarire cosa sia veramente successo in quegli anni”. Lo ha detto Giovanni Impastato, a margine della conferenza stampa di presentazione delle manifestazioni che a partire da domani ricorderanno a Cinisi (Pa) il fratello Giuseppe, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978. “Credo che oggi ci sia la volontà di riaprire le indagini e individuare i responsabili del depistaggio sull’omicidio Impastato – ha aggiunto Giovanni Impastato – ma è importante capire chi ha coperto i mandanti e i referenti politici e chi ha premiato personaggi che hanno fatto carriera su quel sangue, quando invece dovevano essere allontanati dai posti di responsabilità ricoperti. La Procura ha lavorato bene, ho fiducia che adesso ci sia una volontà diversa”.
“A partire dall’omicidio di Peppino ci sono state gravissime responsabilità all’interno delle istituzioni – ha aggiunto Umberto Santino, fondatore del centro Impastato – Il procuratore aggiunto Gaetano Martorana nel primo fonogramma sull’omicidio dell’epoca registrava il fatto come ‘attentato alla sicurezza dei trasporti mediante esplosione dinamitarda’. Inoltre il maggiore Subranni, nel rapporto del 10 maggio 1978 sotto l’intestazione ‘decesso di Impastato Giuseppe’ scriveva ‘in conseguenza di un attentato terroristico compiuto dallo stesso’, come si legge nella relazione della commissione parlamentare antimafia approvata nel 2000 in seguito alla costituzione nel 1998, su input del centro, del comitato di indagine sul depistaggio”.