Si rinnova il rito dell'acchianata | Migliaia di fedeli dalla Santuzza - Live Sicilia

Si rinnova il rito dell’acchianata | Migliaia di fedeli dalla Santuzza

di SEFY AIELLO I palermitani si ritrovano in massa alle falde di Monte Pellegrino per il tradizionale pellegrinaggio fino al santuario della Patrona della città. E c'è chi, come gli edili disoccupati, ha fatto il percorso al contrario.

PALERMO – Si rinnova il rito del pellegrinaggio al Santuario di Santa Rosalia a Montepellegrino. In tantissimi, nella notte tra il 3 e il 4 settembre, come ogni anno, nella rotatoria in cui confluiscono via Martin Luter King, via Isaac Rabin e via Ammiraglio Nicastro, si preparavano a salire sul monte che i greci chiamavano Ercta. Auto parcheggiate a ridosso dei marciapiedi, e ciclomotori a calpestare le aiuole. E come di consueto non mancavano neppure i parcheggiatori abusivi che, in preda all’indifferenza dei palermitani, seguivano le vetture ovunque.

Così si presentavano le falde di Monte Pellegrino, lì dove ogni anno migliaia di palermitani si danno appuntamento per celebrare la “Santuzza”. Rosalia Sinibaldi, infatti, morì il 4 settembre 1165, poco più che trentacinquenne. Tra lo “scacciu” e l’odore di zucchero filato e mele caramellate misto al leggero fumo scatenato dalla cera delle candele ci si accingeva a salire lungo tutti i numerosi versanti, 32 o 33. Ed effettivamente, forse per la fatica, forse per la stupefacente atmosfera vissuta, anche noi ne abbiamo perso il conto. Il manto dissestato dava la consapevolezza di quanto impegno ci volesse a percorrere quella strada in salita, per circa un’ora. Quell’ora eterna, interminabile e che riecheggiava come cantilena da chi già si trovava nella strada del ritorno. Un percorso spirituale e, allo stesso tempo per le giovani generazioni, anche un po’ pagano. Sacro e profano andavano di pari passo, lungo tutto il cammino.

Dalle giaculatorie alle canzoni neomelodiche, passando per tutti quei discorsi degli estranei che, vuoi o no, rilassavano il corpo e la mente provati dai chilometri tutti in pendenza. E se ci fosse stato lì, in mezzo alla folla, un pittore non avrebbe potuto che ritrarre dall’alto quella Palermo maestosa e allo stesso tempo silenziosa. Piena di luci e di cicale. Atmosfera sempre più eccezionale quando il panorama lo si ammira da sempre più in alto. Fatica e crampi sconfitti una volta arrivati. Quando la piazza sotto al santuario prende vita. Quando al levar del carro la gente urlava “Viva Palermo e Santa Rosalia”.

Quando si fa l’acchianata, non importa che ora sia, non importa della temperatura percepita. “Questa è la seconda che faccio consapevole di volerla fare, e in futuro tornerò”, ci racconta Francesco Fontana. “E’ dura, faticosa, ma ogni anno siamo qui”, dice Rosalia Fiore. Non importa quanti anni si abbiano, quanto la volontà e la capacità di arrivare fino in cima. “Piano piano, passo dopo passo si arriva, soprattutto alla mia età”, scherza Francesco Conigliaro. Come ogni anno, è possibile arrivare al santuario anche con i mezzi pubblici, l’Amat ha infatti potenziato le corse: 12 vetture con frequenza ogni 6 minuti dalle 3 del mattino alle 17,10; 4 vetture ogni 18 minuti dalle 17,10 alle 22,45. Incrementata anche la linea 812. Le celebrazioni dureranno per tutto il mese.

Questa mattina, ad officiare la messa è stato il cardinale Paolo Romeo in presenza del sindaco Orlando e delle autorità militari e civili, e continueranno poi con la benedizione dei fidanzati (domenica 7), dei ciclisti (sabato 13), delle coppie sposate nell’anno (domenica 14) e dei battezzati nell’anno (domenica 21). Ma alle 8, per circa 50 uomini si è invertita un po’ la rotta. Piuttosto che “acchianare”, per protesta il comitato di edili disoccupati di Fillea, Filca e Feneal ha fatto la “scinnuta”. “Abbiamo ricevuto la solidarietà dei tantissimi pellegrini che salivano verso il Santuario, stupiti che un gruppo di operai in tuta da lavoro scendesse per il sentiero”, racconta Piero Ceraulo, rappresentante della Fillea Cgil, che ha promosso l’iniziativa assieme a Paolo D’Anca della Filca Cisl e a Ignazio Baudo della Uilca Uil. Le sigle degli edili di Cgil, Cisl e Uil, in vista dell’apertura del cantiere dell’anello ferroviario, hanno inviato una richiesta di incontro al Comune e alla Tecnis per chiedere il rispetto dell’istituto della contrattazione d’anticipo prevista per le grandi opere e si riservano di indire nuove iniziative. “Dopo l’acchianata del 2013 e le porte del lavoro che non si sono mai aperte, quest’anno, provocatoriamente, ci siamo affidati al famoso detto palermitano che a scendere tutti i santi aiutano – aggiunge Enrico Accardi rappresentante del comitato edili disoccupati di Fillea Cgil – Alle istituzioni ricordiamo che questo protocollo d’intesa non viene messo in atto: le grandi aziende che operano nei nostri cantieri non prendono quasi mai manodopera locale. Chiediamo che con la partenza dei novi lavori gli uffici del Comune tengano conto di quest’intesa. E’ l’unica chance che ci resta per andare a lavorare. In questo momento ci ritroviamo come un anno fa: in grande difficoltà e senza soldi per comprare i libri di scuola ai nostri figli”.


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