PALERMO – Sono partite le “consultazioni”. Il segretario regionale del Pd Fausto Raciti si è recato a ora di pranzo a Palazzo d’Orleans, per incontrare il presidente della Regione Rosario Crocetta. Insieme a lui, i rappresentanti di Sicilia democratica ( il presidente del partito Nuccio Cusumano e il deputato regionale Pippo Currenti). Il tema, ovviamente, è quello del rimpasto. Dello “schema di gioco” del nuovo governo e anche degli interpreti che – stando agli annunci – dovrebbero restare al loro posto fino alla fine della legislatura. Una previsione ottimistica, se si guarda al recente passato, che ha visto 38 avvicendamenti in meno di tre anni a capo degli assessorati. Ma stavolta, maggioranza e governatore sono convinti che sia “la volta buona”. Come la volta precedente, e quella prima ancora.
In queste ore si parlerà soprattutto dell’assetto generale e sulla distribuzione delle poltrone tra le forze politiche. Quello che è certo è che, almeno, una maschera verrà gettata via. Il governo che nascerà sarà un governo politico. Non per forza composto da “deputati”, ma quantomeno quel tabù è caduto, con la nomina, tre mesi fa, di Baldo Gucciardi. Uno dei pochi che quasi certamente sarà confermato. Ma altri big bussano alla porta del governo. Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici, però, sembra che vogliano, per l’eventuale ingresso in giunta, garanzie da Roma soprattutto sul piano dei trasferimenti utili a chiudere il bilancio. Una partita che si incrocia con le aspirazioni del capogruppo Pd di guidare un assessorato pesante. Come quello dell’Economia. Attorno al quale però i renziani hanno alzato un muro difensivo: Baccei non si tocca.
Così, si fanno sempre più insistenti le voci che parlano, in casa Pd, della designazione di altri parlamentari come Bruno Marziano e Mariella Maggio (in quota ‘ex cuperliani’) e di Anthony Barbagallo in rappresentanza dell’area che fa capo a Giuseppe Lupo che potrebbe, però, confermare l’attuale assessore Antonino Purpura.
Non è previsto oggi, invece, l’incontro tra i leader dei moderati e il governatore. Gianpiero D’Alia sarà a Palermo nella tarda serata, ed è più probabile che incontri Crocetta domani. Ovviamente i centristi dovranno discutere dell’allargamento al Nuovo centrodestra di Alfano. Gli scompensi all’interno del partito, anche a livello nazionale, stanno convincendo gli alfaniani di Sicilia a entrare con le dovute cautele. Con un tecnico d’area, insomma, come l’ex manager del Policlinico di Palermo Mario La Rocca, storicamente vicino all’ex presidente dell’Ars Fancesco Cascio. Il tecnico Ncd dovrebbe aggiungersi ovviamente ai due assessori in quota Udc. Uno quasi certamente verrà confermato: il segretario regionale Giovanni Pistorio, però, potrebbe lasciare la delega della Funzione pubblica. A un passo dall’addio invece Giovanni Pizzo. Ma sulla sua sostituzione non mancano i dubbi tra i centristi. Anche dal punto di vista geografico: l’Udc vorrebbe un assessore radicato a Palermo. Così, ecco fare nuovamente capolino l’ipotesi del ritorno di Patrizia Valenti (sulla quale però, proprio Ncd avrebbe posto il veto per la sua “vicinanza” a una precisa area del partito, quella che fa capo a Giuseppe Castiglione), mentre nei giorni scorsi si era anche parlato di un altro ritorno: quello di Ester Bonafede. Ipotesi che nelle ultime ore, però, ha perso quota. I due nomi, però, sono stati rilanciati anche perché Crocetta ha ribadito la sua intenzione di prevedere, in giunta, una nutrita presenza di donne. Anche per questo motivo, il nome più “caldo” di Sicilia democratica, è quello della deputata ex Grande Sud Luisa Lantieri.
Partita aperta invece in Sicilia futura. Cardinale vorrebbe confermare Maurizio Croce. Anche per spegnere sul nascere una corsa furiosa tra i paralmentari. Con tre deputati scalpitanti: Beppe Picciolo, Totò Lentini e Michele Cimino. Gli esponenti del Psi-Megafono invece da mesi parlano chiaro: pretendono un deputato in giunta. Il loro nome è quello del capogruppo Giovanni Di Giacinto. A quel punto, come detto, resta da sciogliere il nodo relativo agli assessori renziani. Se Baldo Gucciardi infatti verrà quasi certamente confermato (è già un politico e si è insediato da pochi mesi), diverse le posizioni di Vania Contrafatto e Alessandro Baccei. La prima potrebbe essere sacrificata di fronte, appunto, alla decisione di imprimere una svolta palesemente politica alla giunta. Il secondo, invece, come detto, è considerato un punto fermo dall’area del partito che fa capo a Davide Faraone. Proprio sulla conferma o meno di Baccei si accenderà il vero scontro di questo nuovo rimpasto.
Intanto, molti assessori sono già con le valigie in mano. Quasi certi di lasciare la giunta, infatti, oltre al già citato Giovanni Pizzo, anche Bruno Caruso e Cleo Li Calzi. Crocetta vorrebbe tenere “per sè” almeno Mariella Lo Bello, ma a quel punto a sacrificarsi dovrebbe essere il Pd, rinunciando a uno dei suoi sei attuali assessori. Assessori con la valigia. Ma ancora senza una notifica di sfratto. L’azzeramento di cui ha parlato Crocetta, di fatto, non esiste. Il governatore ha parlato di un “azzeramento politico”, che nella pratica non significa nulla. Se non il fattto che quegli assessori sono stati sfiduciati dal proprio presidente. Ma continuano a lavorare. Così, se per il rimpasto si andrà per le lunghe, la Sicilia investita ogni giorno da nuovi disastri, sarà governata ancora per un po’ da una giunta fantasma.