“Lo sai che ti dico, Roberto? Sembra un film di fantascienza, spero che non sia vero. Perché, se fosse vero…”. Ettore Consonni (nella foto con sua moglie Adele) è sul campo di calcio vicino casa, in una dolce sera bergamasca. Lui è un bravo preparatore e allena i portieri, dando una impagabile mano alla società ‘Fiorente Colognola’: “Ne ho undici qui, devo lavorare tanto… Che metodi uso? Scusa, Roberto, mica posso rivelarti i miei segreti…”.
Ettore ha la Sicilia nel cuore, non solo perché, come è noto, lui bergamasco, che prese il Covid in forma assai virulenta e fu salvato a Palermo, se l’è fatta tatuare sul petto, proprio lì. L’ha nel cuore come sentimento perenne e incancellabile. Quando lo chiami, quando vuoi sapere qualcosa, ti accoglie con le espressioni di una amicizia speciale. Fu proprio lui, in occasione di una precedente chiacchierata, a dire quello che prova, ancora una volta: “Avete gentilezza, avete cuore, avete bontà. Io non sono un milionario, ho un capitale umano immenso: la mia famiglia, i miei amici e i siciliani. E voi fate parte della mia famiglia”.
Adesso, la sua voce, si incrina nell’apparire di una memoria difficile da digerire. Le ultime notizie sull’inchiesta circa i presunti ritardi e le omissioni che avrebbero procurato lutti, nel dilagare della pandemia, secondo le accuse, turbano chi c’è passato. Chi non può dimenticare perché si è scontrato personalmente contro il muro di una vicenda terribile.
“Ho letto, Roberto, non ci posso credere. Ho rabbia, ma, più che la rabbia, ci sono i ricordi che salgono su e sto male – dice Ettore -. Se fosse vero che non è stato fatto tutto il necessario…. Non so. Mica può succedere una roba così. Io i carri con le bare non li ho visti, perché lottavo tra la vita e la morte, proprio di questi tempi. Sono immagini che mi hanno inchiodato. Sembra un incubo, di quelli davvero spaventosi. Sembra un terribile film di fantascienza, ma è accaduto sul serio. D’estate tornerò a Palermo, ci vediamo?”.
Sì, Ettore, uomo buono e amico della Sicilia, ci vedremo. Adesso torna ai tuoi prati e ai tuoi campioncini. La sera è dolcissima. La vita ti sta chiamando ancora. (Roberto Puglisi)