Sicilia, giunta e tensioni in Fratelli d'Italia: il film della faida - Live Sicilia

Sicilia, giunta e tensioni in Fratelli d’Italia: il film della faida

La ricostruzione di quanto accaduto nelle ultime ore

PALERMO – Fratelli d’Italia si spacca, in Sicilia, per il varo della giunta Schifani. Sono quasi le venti di lunedì quando Elvira Amata, deputato regionale per la seconda volta con la benedizione del listino presidenziale, varca la soglia della stanza di Renato Schifani. Lei è la messaggera di Francesco Lollobrigida, ministro della sovranità alimentare e cognato di Giorgia Meloni.

Il presidente della Regione di centrodestra ha in testa un elenco: contiene prevalentemente i nomi dei deputati regionali che potrebbero diventare assessori. Manca, però, Francesco Scarpinato, votatissimo al consiglio comunale di Palermo e terzo classificato nella corsa all’Ars delle regionali. Scarpinato ha uno sponsor di peso, l’ex assessore al Turismo Manlio Messina e, appunto, Lollobrigida. Amata comunica ufficialmente che i vertici di FdI non sono d’accordo con la “visione” di Schifani e non avrebbe firmato l’accettazione della nomina in giunta. Questo, almeno, raccontano i “compatrioti”.

Schifani cede

Renato Schifani cede, salta la regola, che era servita a cucire le bocche, affamate – come è normale che sia – degli alleati che reclamano, ciascuno, nuovi esponenti politici in giunta. Si tratta di nominativi che non corrispondono a quelli che Schifani ha in mente. Con la scelta di Scarpinato cade la prima testa, quella di Giorgio Assenza, nel giro di due ore. I telefoni dei ‘Fratelli’ d’Italia esplodono e cade anche la seconda testa, la fedelissima di Nello Musumeci: Giusy Savarino. Deve fare posto a Elena Pagana ex deputata regionale non eletta nel collegio di Enna e moglie di Ruggero Razza.

La faida

Cinque giorni di tensioni e una base che fa sapere di essere in rivolta. I veleni dentro Fratelli d’Italia iniziano a circolare giovedì scorso, durante l’elezione di Gaetano Galvagno a presidente dell’Ars. Il primo a rivendicare la poltrona è Giorgio Assenza: ma in quel caso, il gruppo di deputati riesce a restare compatto. “Non possiamo fare un favore a Miccichè”, dicono. I messaggeri romani fanno sapere che bisogna puntare su Amata, Pagana e Scarpinato, creando un’eccezione alla regola scelta da Renato Schifani (solo deputati regionali in giunta). La faida entra nel vivo, il messinese Pino Galluzzo, una valanga di voti, ricorda di essere stato “trombato” a differenza della Amata, piazzata nel listino. Savarino sventola il numero di preferenze conquistate ad Agrigento e alcuni deputati ricordano il risultato di Elena Pagana, che comunque sapeva che sarebbe stato impossibile conquistare il seggio a Enna. Ma non ci sono eccezioni ammissibili, lo scontro è all’ultimo sangue, seppur all’esterno trapeli pochissimo.

Weekend e lunedì di fuoco

Inizia un weekend di fuoco: Schifani dirama un comunicato nel quale sottolinea, ancora, quale sia il criterio per la scelta degli assessorati. E pare che riceva anche l’approvazione di La Russa.
Nello Musumeci, nel frattempo dismesso come ministro del Sud e delegato alla Protezione Civile, non batte ciglio, almeno ufficialmente. La base dei deputati lo accusa di essere stato determinante nella scelta della Pagana. Lunedì la tensione sale anche durante il summit convocato nella stanza di Giorgio Assenza, è la più grande. Ci sono Salvo Pogliese e Giampiero Cannella, non hanno dubbi sulla linea ufficiale del partito, che non coincide con quella di Schifani: bisogna sbloccare lee caselle per la Pagana e per Scarpinato. Inizia la stesura del primo documento, da diramare alla stampa: contiene i nomi dei quattro “assessori”, che Schifani dovrebbe nominare. Ma il gruppo non approva il testo: viene sottoscritto un nuovo comunicato, “aria fritta” come lo ribattezzano in molti, ma che contiene alcune parole chiave, tanto care ai vertici di FdI: “Sintonia con le scelte del partito, già comunicate al Presidente della Regione Renato Schifani, certi che le stesse saranno comunque le più adeguate a salvaguardare l’unità del Centrodestra e l’efficacia dell’azione di governo”.

La “sintonia”, però, resta solo sulla carta. FdI si spacca e la partita non è finita. Serve l’ufficialità. La Pagana e Scarpinato sarebbero in giunta. La Savarino fa un post su fb, Assenza di fuoco, Galluzzo furioso. I militanti coniano un hashtag segreto contro Musumeci e Razza. Miccichè a Sant’Ambrogio si ubriaca con le scuse che gli “ex” fedelissimi di Musumeci, gli porgono. CONTINUA


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