PALERMO – Ventotto giorni su 31 di pioggia a maggio rischiano di mettere in crisi la prevenzione antincendio di migliaia di forestali, immessi in servizio – come confermano a LiveSicilia fonti dell’assessorato all’Agricoltura – già da fine aprile. La sicurezza anti fuoco resta nel limbo, sospesa tra le allerte meteo e il rischio di improvvise ondate di calore che cedano la scena a scenari devastanti, complici anche una parte della finanziaria impugnata, con fondi per oltre 70milioni di euro bloccati e i cronici problemi del sistema, che il meticoloso assessore Luca Sammartino sta provando ad affrontare.
E così tra i 500milioni di euro che servirebbero – secondo un disegno di legge in corso di stesura – per stabilizzare tutti i 17mila forestali e i fondi realmente disponibili, i decespugliatori, che servono a creare i viali parafuoco, sono rimasti a lungo posteggiati.
Drastici i sindacalisti
“La prevenzione antincendio è al punto zero, solo un miracolo potrà salvare i boschi siciliani, qualora dovesse verificarsi quello che è stato preannunciato dagli esperti meteorologi”, tuona Maurizio Grosso, sindacalista del Sifus, che conferma: “I primi lavoratori 151isti – dice a LiveSicilia – sono stati avviati nelle scorse settimane e non hanno avuto il tempo di iniziare per bene, anche per le condizioni meteorologiche che ci sono state”.
Il labirinto dei forestali
Un esercito di 17mila lavoratori, suddivisi in categorie in base alle giornate di lavoro che devono svolgere, col paradosso che, quasi ogni anno, a causa dei ritardi, la prevenzione antincendio rischia di essere fatta con l’autunno alle porte. “Nella migliore delle ipotesi – continua Grosso – quando sono stati messi in sicurezza tanti ettari di viali parafuoco negli anni passati, si è arrivati massimo al 40% del necessario, quest’anno la situazione è peggiorata”.
Il guaio della finanziaria
Il leader del Sifus non si dà pace: “Anche se si volessero mandare in campo tutti i lavoratori forestali in questo momento, non ci sarebbero le risorse economiche per farlo, perché il Consiglio dei ministri ha impugnato la finanziaria con i 74milioni a sostegno della spesa complessiva dei forestali, proprio perché erano fondi extra regionali”. Di tutta risposta, l’Ars è stata in ferie per 20 giorni, dopo essersi riunita, a maggio, soltanto per 8,4 ore e dopo aver approvato, in totale, 7 disegni di legge, a fronte dei 500 depositati nelle commissioni.
L’esercito e l’autunno
Qualche settimana fa hanno preso servizio i 151isti e i 101isti, dal 15 giugno sono operativi gli addetti antincendio e i 78isti sono rimasti fuori.
Ma c’è un nuovo problema all’orizzonte, lamenta ancora Maurizio Grosso: “Sono stati avviati i 151isti e i 101isti, il 15 verranno avviati gli addetti antincendio e rimarranno fuori i 78isti ed è prevedibile che, sulla base degli avviamenti, a metà luglio e ad agosto i boschi rimarranno senza operai della manutenzione, per essere riavviati a settembre. Ci saranno soltanto gli addetti all’incendio”.
L’assessorato getta acqua sul fuoco
Fonti dell’Assessorato guidato da Luca Sammartino stemperano l’allarme lanciato dal Sifus, sottolineando che “l’attività dei forestali, regolarmente avviata, è stata semplicemente rallentata dalle condizioni meteorologiche straordinarie (nel mese di maggio ha piovuto 28 giorni su 31, come non accadeva dal 1921), ma non è stata sospesa. Alcuni lavori, peraltro, saranno svolti correttamente quando – terminando le piogge – l’erba andrà a seccarsi e si potrà perciò procedere correttamente allo sfalcio (altrimenti sarebbero lavori perfettamente inutili, visto che andrebbe a ricrescere rapidamente). Non c’è quindi alcun ‘ritardo’ – concludono – nella realizzazione degli interventi di prevenzione”.