Sicilia, piano del commercio: primi passi in commissione - Live Sicilia

Sicilia, piano del commercio: primi passi in commissione

Tutti i dettagli.

PALERMO – Saldi stagionali più snelli, flessibili, con una semplice comunicazione da parte dei commercianti all’ufficio comunale competente; semplificazione delle noie burocratiche per le botteghe storiche, finanziamenti per progetti di e-commerce che aggreghino vie, quartieri e città a vocazione omogenea. E attenzione: cade il limite normativo all’approdo dei grandi brand, per esempio, in via Roma a Palermo. Ampliamento delle superfici commerciali ce un “premio” in metri quadrati per chi venda made in Sicily. Ancora, disciplina organica delle aperture di centri commerciali, con l’intento di evitare gli “ingorghi” in determinate zone e il deserto in altre. Queste alcune delle norme del Piano del commercio che ha fatto i primi passi in commissioni e che l’assessorato alle Attività produttive ha di fatto battezzato con l’incontro fra l’assessore Mimmo Turano, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, le associazioni di categoria mai così unanimi, insieme con l’Anci, nel plauso a una  riforma che manca dal 1998.

Anacronismi ed era digitale

C’erano tutti, a Palazzo dei Normanni: Anci, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Cidec, Confintesa Euromed, Confimprese Palermo, Agci, Assoimpresa, Confcooperative, Legacoop, Assoesercenti-Unimpresa, Unci Sicilia, Unicoop, Uecoop e Asnali. Come dire, dettaglio e Gdo, Davide e Golia. Bersaglio comune, gli “anacronismi fisiologici – dice a Livesicilia Turano – di una legge che poco dopo la sua emanazione vide apparire sulla scena, per dirne una, Ali Baba, colosso del commercio on line che come Amazon non aspetta i saldi per vendere a prezzi concorrenziali”.

Le principali misure

A proposito dei saldi stagionali, spiega l’assessore, “saranno seguite procedure telematiche per la comunicazione delle date: insomma, un segnale nella direzione della liberalizzazione senza però aprire al Far West”. Altro punto, “il sostegno finanziario concreto all’e-commerce concepito in termini di filiera di territorio. Così, il singolo negoziante non sarà lasciato solo nella giungla di Internet dove spesso resta invisibile, ma potrà organizzarsi insieme con altri esercenti nell’ambito di una stessa strada, città, qualità merceologica. Ancora, misure di decentramento autorizzativo, salvaguardia delle botteghe storiche attraverso la semplificazione degli adempimenti, credito agevolato”.

Dai centri commerciali ai mercatini

Per quanto riguarda i centri commerciali, “sarà evitato l’intasamento in determinate aree, con i vincoli dettati da strumenti di pianificazione di respiro regionale. Basta con il far west, con aperture selvagge salvo trasferimenti successivi delle rogne occupazionali alla Regione”. Turano, nel sottolineare “l’unanimità delle associazioni di categoria nella firma del protocollo”, annuncia pure “la riqualificazione di molte edicole e chioschetti chiusi per renderli sportelli di servizi comunali ed extracomunali, come il rilascio di certificati”. Per i mercatini, la novità sarà costituita da “convenzioni con le amministrazioni per la cura e la pulizia delle aree sulle quali insistono i mezzi e i banchi dei mercatari, con sconti sulle tasse”.

Quotidiani, barche e hobby

A proposito di edicole chiuse, aggiunge Turano, “sono previsti servizi per l’editoria, con la possibilità di diffondere i giornali dove non arrivano più e di acquistarli tramite servizi di distribuzione comunali. Disciplinati anche i mercatini degli hobbisti (come a piazza Marina a Palermo, ndr) che non potranno urtare la vocazione storica delle piazze e dei monumenti che li ospitano. Disciplinata anche la somministrazione di cibi e bevande su mezzi galleggianti, ancorati o meno in porto”.

Più spazio per i grandi brand

Non passa inosservata la norma che chiameremo per comodità… “Via Roma”, la prestigiosa arteria palermitana non (ancora) amata da grandi brand e monomarca per i limiti di quadratura imposti attualmente dal Comune, malgrado la proposta di ampliamento da parte della giunta. Spiega Turano: “La legge innalza il limite di quadratura da 200 a 400 metri quadrati, ovviamente senza invadere la sfera di competenza del Comune, che dovrà deliberare in merito e in concreto. Intanto, diamo uno strumento normativo. Saranno consentiti inoltre ampliamenti di superficie nella misura del 10 per cento, a condizione che nello spazio in più, si vendano esclusivamente prodotti made in Sicily”.


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