PALERMO – La levata di scudi dei meloniani sui precari Covid è solo l’ultimo capitolo di una contrapposizione sempre più marcata tra FdI e il presidente Renato Schifani.
Lavoratori Covid, polemiche e tensioni
L’inversione di marcia last minute sulla proroga dei contratti dei lavoratori che hanno prestato servizio durante l’emergenza pandemica, mette sì una toppa ma a fronte di una giornata (quella di lunedì) scandita da forti tensioni. A partire dalla nota siglata dai parlamentari siciliani di FdI tra i quali campeggia il nome dell’ex assessore regionale Manlio Messina. I meloniani difendono il percorso intrapreso nei mesi scorsi da Ruggero Razza e allo stesso tempo il lavoro messo in campo a livello nazionale dall’esecutivo targato Giorgia Meloni. FdI mostra i muscoli per piegare le resistenze di Schifani che nei mesi scorsi è stato già costretto a bere l’amaro calice degli assessori imposti da Roma prima, e quello dello scandalo Cannes poi. Un film già visto.
Uno scontro ridimensionato
I vertici regionali del partito di Giorgia Meloni ridimensionano la narrazione giornalistica e giurano non c’è nessun fronte aperto. Una retromarcia in effetti si è registrata ieri mattina con una nota inviata dal capogruppo di FdI, Giorgio Assenza che getta benzina sul fuoco e promuove il lavoro del presidente. Accogliamo con soddisfazione il via libera dato con la direttiva dall’assessorato regionale alla Salute relativamente alla possibilità di prorogare e successivamente stabilizzare, a determinate condizioni, anche i precari Covid amministrativi, in ossequio a quanto già previsto dal decreto Milleproroghe in base a una norma voluta fortemente dal governo nazionale guidato dalla nostra Giorgia Meloni”, dice. E aggiunge: “Si tratta di figure che hanno rivestito un ruolo fondamentale durante l’emergenza pandemica e che certamente potranno continuare ad essere utili alla sanità siciliana. Il nostro auspicio è che l’iter sia completato prima possibile e che vi rientrino anche altre figure professionali che continuano ad essere escluse, come ad esempio i tecnici”.
Il nodo del terzo mandato per i sindaci
Archiviata la pratica restano altri nodi da sciogliere. Su un punto il presidente Schifani non è disposto a cedere (con il sostegno esterno dei salviniani): la deroga per il terzo mandato ai sindaci di comuni con meno di 15.000 abitanti. Tema molto caro ai meloniani che vorrebbero usufruire della norma anche per riconfermare alcuni sindaci uscenti, uno su tutti il deputato Nicolò Catania. Il rischio dello stop da parte di Roma, paventato dal documento redatto dal centro studi dell’Ars, è argomento solido a cui appigliarsi. Ad oggi, l’assalto alla diligenza non ha creato crepe, Schifani va avanti per la sua strada. Un altro fronte caldo che potrebbe creare frizioni con i meloniani riguarda le prossime amministrative.
Il fronte delle amministrative
Soprattutto la partita catanese si fa molto scivolosa, un match scandito dalle contrapposizioni tra i leghisti che hanno lanciato la candidatura della deputata Valeria Sudano e i meloniani che rivendicano la primazia sul nome del candidato sindaco, E al netto delle dichiarazioni ufficiali, il presidente (che pure mira alla compattezza della squadra del centrodestra) difficilmente accetterebbe di buon grado il nome di Ruggero Razza fortemente sponsorizzato da Manlio Messina. Si attende allora il tavolo regionale finalizzato a cercare una quadra, tuttavia l’appuntamento previsto per questo fine settimana, potrebbe subire un ulteriore rinvio consentendo alle truppe di prendere tempo. Anche se a dire l’ultima parola sulle città più importanti chiamate al voto saranno i leader dei partiti nazionali.