Primarie, Sunseri: "Andiamo avanti ma no al campo largo" - Live Sicilia

Primarie, Sunseri: “Andiamo avanti ma no al campo largo”

Il deputato regionale pentastellato conferma la propria disponibilità a candidarsi.
CENTROSINISTRA
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PALERMO – Campo progressista: il deputato pentastellato Luigi Sunseri conferma la propria disponibilità a correre alle primarie. Le consultazioni interne alla coalizione ci saranno e si troverà presto una situazione. Ne è convinto Luigi Sunseri che nel frattempo traccia il percorso da imboccare e ribadisce un “no” secco al campo largo (da Faraone a Miccichè). E sulle vicende interne ai pentastellati attende, come i colleghi, la decisione del leader Giuseppe Conte sulla regola dei due mandati. 

Sunseri, il percorso delle primarie sembrerebbe avere subito uno stop. Conte e Letta tuttavia lanciano segnali di distensione. Lei che idea si è fatta?

Le prossime elezioni regionali siciliane saranno un passaggio fondamentale per il futuro di questa Terra. La Sicilia ha bisogno di un governo di rottura, che possa far immaginare ma, soprattutto, che possa tracciare una strada diversa da quella in cui ci hanno condotto anni e anni di mala politica. Al di là dei dettagli su cui si sta discutendo e su cui sono certo verrà trovata una soluzione, si sta mettendo in atto un metodo partecipato e democratico. Mentre gli altri sceglieranno i propri candidati all’interno delle proprie segreterie, noi chiederemo al nostro elettorato chi dovrà rappresentare il fronte progressista.

Come?

Vogliamo proporre ai cittadini un sistema trasparente e consapevole, con l’obiettivo di ricreare quel rapporto tra cittadini e politica, tra loro sempre più distanti. Un divario tra cittadini e istituzioni giustificato, ahimè, da una classe politica inadeguata, incapace soprattutto di intercettare i bisogni del territorio. Ridare alla gente il diritto di scegliere, in modo consapevole, un’opzione politica e una persona, valutandone i contenuti e le visioni, è l’obiettivo che ci poniamo. Lo faremo avversando quel metodo di spartizione di poltrone e potere della destra. Basti guardare ai continui contrasti interni, sintomo chiaro degli scontri personalistici animati dalla logica della convenienza e dell’individualismo. Ciò a cui ambiscono sono gli incarichi prestigiosi, i ruoli di potere, le poltrone più comode e stabili. Ovviamente, il mio augurio è che a guidare questa coalizione sarà un candidato del Movimento 5 Stelle. I siciliani sono stufi di Musumeci e di questo fallimentare e disastroso governo di centrodestra. 

Secondo lei il nodo del terzo mandato sarà sciolto da Conte subito dopo le amministrative? E in caso contrario cosa accadrà? 

È una nostra regola fondante, una di quelle che ha segnato il nostro percorso politico. Chiunque si sia candidato e sia stato eletto con il simbolo del Movimento 5 Stelle lo ha ben chiaro. Chiedere, oggi, di andare oltre il secondo mandato in una singola istituzione è come tradire l’essenza stessa del Movimento. Non credo, inoltre, che qualcuno voglia fare passare il messaggio che solo chi è al secondo mandato possa ricoprire il ruolo di Presidente della nostra Regione. Ci sono tanti colleghi che hanno maturato importanti esperienze che potranno essere sfruttate in altro modo. Non so cosa e quando deciderà Conte, ma mi auguro, e sono certo sarà così, saranno i nostri iscritti a decidere. Immagino dopo le amministrative, quando ha già dichiarato che verrà definita la struttura territoriale. Un nuovo corso che darà una forte spinta al Movimento 5 Stelle. 

Lei che invece non ha il problema del terzo mandato conferma la sua disponibilità a correre alle consultazioni del campo progressista?

Certo, ho dato pubblicamente la mia disponibilità e la confermo. Il prossimo Presidente della Regione Siciliana e, in generale, il prossimo governo regionale, dovranno tranciare ogni legame con il passato. Ho 36 anni. Alcuni dicono che sono troppo giovane e inesperto per governare. Quella della giovane età è la frase più ricorrente che viene ripetuta a quella parte della società che è pronta ad innovare, a cambiare, a ridisegnare una visione politica finalmente priva delle storture del conservatorismo becero che ha distrutto la nostra vita politica, sociale ed economica. Lasciamo che siano i siciliani a decidere. Io ci sono, con cuore, anima e corpo. E tanta grinta. Senza venir mai meno ai principi che hanno guidato e continuano a segnare il mio percorso politico. E, soprattutto, senza alcun compromesso al ribasso.

C’è ancora tempo per presentare le candidature, teme eventuali allargamenti della coalizione? Quali sono i paletti oltre i quali non andrebbe il Movimento?

Sono fortemente convinto che, se la futura coalizione, prima del chi metterà cosa fare e come farlo, allora sarà semplice individuare i giusti interpreti del cambiamento che vogliamo. Dobbiamo fornire ai siciliani la possibilità di segnare una linea di demarcazione rispetto al passato e di scegliere se rinnovare la classe dirigente, valorizzandola grazie alla competenza. Senza giochi di palazzo. Temo gli allargamenti fatti per vincere e non per governare. Per citare Scarpinato, temo le incrostazioni politiche figlie del “cervello borghese e della lupara proletaria”. Conosciamo bene la politica siciliana, allarghiamo ai siciliani perbene non a chi è permeabile agli interessi clientelari e della mafia. Facciamo che la Sicilia diventi casa nostra e non più cosa nostra.

In questi mesi si è parlato molto dell’allargamento del campo progressista. Immagino che l’idea non la stuzzichi particolarmente. 

“Campo largo”: questo è il leitmotiv che stanno usando alcuni politici riferendosi ad una coalizione allargata. Ma che significa “campo largo”? Chi sono questi personaggi e questi partiti politici da aggregare a pochi mesi dalle elezioni? Quali sono gli obiettivi? E quali le ragioni sottese ad improbabili coalizioni? In Sicilia ci conosciamo tutti e li conosciamo tutti. Non sono gli stessi che stanno in politica da 20 anni, almeno? Non sono gli stessi le cui azioni e la cui strategia politica è pensata per continuare a dimorare saldamente dentro quei palazzi che qualcuno dice di voler far tremare? Chi sono questi politici riverniciati di nuovo? La Sicilia ha davvero bisogno dei vari Miccichè, Cuffaro, De Luca, Faraone? È possibile immaginare un cambio di direzione di questa maledetta Terra, finita in un baratro, con questi nomi nei posti chiave? Mi pongo, da mesi, una domanda: in questo campo cosa vogliamo piantare e cosa vogliamo far crescere? Parliamo di questo, confrontiamoci sui temi.

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