La Sicilia, secondo Microsoft, nel 2008 è stata tra le regioni italiane che hanno mostrato il più alto tasso di pirateria informatica seppur il dato mostri una sensibile riduzione negli ultimi anni tre anni: dal 47% al 30%.
Il tasso di pirateria informatica è stato rilevato attraverso l’attività dei cosiddetti “Mistery Shopper”, incaricati di Microsoft che richiedono l’acquisto di prodotti software per verificarne la conformità alle norme di legge e contrattuali nell’atto di vendita. Sono stati oltre 800 i rivenditori controllati dal 2005 ad oggi.
“L’acquisto di software contraffatto – sottolinea Microsoft – ha gravi conseguenze sull’acquirente che spesso in modo inconsapevole espone il proprio PC ad attacchi informatici senza poter usufruire di protezioni e aggiornamenti. Il danno ha anche risvolti economici, dal momento che l’alto tasso di pirateria comporta un danno ai concorrenti, la riduzione del numero di posti di lavoro e delle entrate all’erario”.
“È un problema che colpisce sempre piu’ il consumatore finale, spesso inconsapevole” afferma Marco Ornago, direttore Divisione Software Originale di Microsoft Italia. “Il mercato del software è, infatti, sempre più orientato verso prodotti aggiornabili via web, azione non consentita a chi detiene un software pirata, lasciando il sistema non adeguatamente protetto e privo di alcune importanti funzionalità. È molto importante incrementare la cultura dell’originale, indicando i reali vantaggi che il consumatore può ottenere e gli enormi svantaggi a cui va incontro utilizzando software illegale, danni che si ripercuotono poi sull’economia del Paese”.
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