Una mattinata con gli studenti per parlare di sicurezza stradale. E per portare la sua testimonianza di sopravvissuta. Marina Fontana Cona da anni si batte per questi temi, da quando nel 2013 la sua vita venne stravolta da un tragico incidente sulla A1 in Toscana. Un tir travolse l’auto in cui lei e suo marito Roberto Cona si trovavano. Roberto morì l’indomani, lei, pur ferita, sopravvisse. E da allora si è impegnata per fare approvare in Italia la legge sull’omicidio stradale. Un traguardo raggiunto che però non basta, ha detto oggi Marina parlando agli studenti nella giornata mondiale Onu in ricordo delle vittime della strada nell’ex chiesa di San Matteo al Noviziato dei Crociferi per un’iniziativa del Comune di Palermo. “La legge sul reato di omicidio stradale – spiega Marina – è utilizzata per i casi di alcol, droga e alta velocità. Non basta, bisogna considerare tutti quei casi di distrazione, dovuti ad esempio all’uso irresponsabile del cellulare alla guida senza adeguati sistemi di controllo”. Con lei a parlare degli studenti anche gli uomini e le donne della polizia municipale di Palermo. Alla fine abbracci e lacrime di emozione con i ragazzi. (Sa. T.)