La 'mala gestio' dei beni confiscati | Silvana Saguto rinviata a giudizio - Live Sicilia

La ‘mala gestio’ dei beni confiscati | Silvana Saguto rinviata a giudizio

Tutti rinviati a giudizio gli altri indagati. I NOMI

Il processo si terrà a Caltanissetta
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PALERMO – Tutti rinviati a giudizio. A cominciare dall’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto, accusata di corruzione e abuso di ufficio. Il processo sulla ‘mala gestio’ dei beni sequestrati alla mafia inizierà a Caltanissetta il prossimo 22 gennaio 2018. I magistrati Tommaso Virga e Fabio Licata e il cancelliere del Tribunale Elio Grimaldi avevano fatto richiesta di essere giudicati con il rito abbreviato.

Questo l’elenco degli imputati oltre a Silvana Saguto: il padre del magistrato, Vittorio Saguto, il marito Lorenzo Caramma e il figlio Emanuele, l’amministratore giudiziario Nicola Santangelo, il colonnello della Dia Rosolino Nasca, i docenti universitari Roberto Di Maria e Carmelo Provenzano, la moglie e il collaboratore di Provenzano, Maria Ingrao e Calogera Manta, l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, l’amministratore giudiziario Aulo Gigante, l’ex giudice della sezione misure di prevenzione Lorenzo Chiaramonte e l’amministratore giudiziario Walter Virga. Stralciata e trasmessa a Palermo la posizione del professor Luca Nivarra. Uno dei principali protagonisti dell’indagine, Gaetano Cappellano Seminara, aveva chiesto e ottenuto di essere processato col rito immediato. Pertanto la sua posizione etra stata stralciata. A questo punto, però, potrebbe essere riunita al troncone principale.

 

Al centro dell’inchiesta, culminata a settembre del 2015 con una serie di perquisizioni negli uffici giudiziari di Palermo, c’è la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.

 

Secondo la tesi dell’accusa, alcuni fedelissimi della Saguto avrebbero ottenuto gli incarichi di amministrazioni giudiziarie, ricambiando con regali, favori, consulenze e denaro (nel caso di Cappellano Seminara).

 

Un’ottantina le ipotesi di reato contestate che vanno dalla corruzione al falso, dall’abuso d’ufficio alla truffa aggravata.

 

L’inchiesta della Polizia tributaria fu avviata nell’estate del 2015 quando la Procura di Palermo, che indagava su presunti illeciti nella gestione di una concessionaria sequestrata agli imprenditori Rappa, trasmise gli atti ai pm di Caltanissetta, competenti per legge, essendo coinvolti magistrati.

 

 


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