GIARRE. E’ ancora una volta una disposizione di servizio diramata dal commissario straordinario dell’Asp di Catania, Gaetano Sirna, a creare allarme tra i sindaci del distretto sanitario 17. Una nuova manovra sarebbe stata messa in atto per depotenziare ulteriormente l’ospedale San Giovanni Di Dio e Sant’Isidoro di Giarre, o quel che resta del presidio.
Per studiare la controffensiva il primo cittadino di Giarre Roberto Bonaccorsi ha convocato domani mattina una riunione d’urgenza con i sindaci dei dieci comuni interessati (Riposto, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Calatabiano, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, S. Alfio e Milo). “Ho ritenuto necessario fissare subito un incontro – ha detto il sindaco Roberto Bonaccorsi – per discutere di questo ulteriore depotenziamento dell’ospedale e per concertare le azioni da intraprendere a difesa del diritto alla salute dei nostri concittadini”.
Bonaccorsi lancia anche un accorato appello ai sindaci dei comuni limitrofi.
“Mi appello alla loro sensibilità – prosegue il primo cittadino giarrese – affinché prendano parte all’incontro. L’ospedale non è di Giarre ma dell’intero comprensorio. E’ necessario non rimanere inerti di fronte a questi provvedimenti che penalizzano il nostro territorio”.
Un appello giustificato vista la scarsa partecipazione lo scorso 3 agosto alla conferenza dei sindaci dell’Asp di Catania, convocata a Palazzo degli Elefanti per l’approvazione del piano interaziendale. Quella che il primo cittadino di Riposto Enzo Caragliano bollò come un colpo di mano per chiudere definitivamente l’ospedale giarrese, trasformandolo in Pta.
“Siamo alle solite – commenta Enzo Caragliano – Si sta tentando di portare avanti un’operazione a discapito del nostro ospedale. I quattro posti di Cardiologia saranno trasferiti a Medicina e quest’ultima sarà accorpata, a sua volta, a Chirurgia. Il tentativo è quello di chiudere definitivamente Cardiologia – prosegue il primo cittadino – E non si capisce per quale motivo visto che il reparto funziona benissimo. Altro aspetto grave. La sala operatoria verrà utilizzata solo con programmazione. Questo significa chiudere definitivamente il pronto soccorso. Noi ci opporremo”.
Domani i sindaci potrebbero fissare un ulteriore tavolo tecnico, questa volta alla presenza del commissario dell’Asp di Catania.