PALERMO – Archiviata la sconfitta annunciata alle Regionali, il centrosinistra comincia a pensare alla prossima sfida elettorale. Quella delle Politiche della primavera prossima. Per le quali in questi giorni si guarda agli sviluppi romani. Lo schema del Pd renziano dovrebbe essere quello di una coalizione con almeno due alleati: una lista centrista, a cui lavora tra gli altri Pierferdinando Casini, e una di sinistra, capitanata da Giuliano Pisapia. Che però non ha convinto quelli di Articolo 1: Bersani e D’Alema infatti non vogliono saperne di patti con Renzi e andranno, salvo sorprese, insieme a Sinistra Italiana. Insomma, la sinistra sembra destinata a spaccarsi e questo complica ulteriormente le cose. Soprattutto sui collegi uninominali: qui in Sicilia solo un paio sembrano alla portata di Renzi e compagni secondo una simulazione di Youtrend, ma con la sinistra divisa in due anche quelli ballano.
Nell’Isola si comincia a pensare alle due liste che accompagneranno i dem. La prima è quella centrista, a cui si è cominciato a lavorare la settimana scorsa. Non c’è ancora un nome e non c’è ancora un leader ma alcuni invitati sono noti. Ci sono anzi tutto i Centristi per l’Europa di Pierferdinando Casini, che in Sicilia fanno capo a Gianpiero D’Alia. Alle ultime regionali in tanti hanno abbandonato la nave per buttarsi col centrodestra. Restano appunto D’Alia, l’ex presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, Marco Forzese e vari esponenti sui territori. A livello nazionale sono coinvolti nel progetto anche il gruppo campano ex Udc che fa capo alla famiglia De Mita, Lorenzo Dellai in trentino, qualche pezzo di Scelta Civica. Non è chiaro se ci sarà Ap o almeno un pezzo del partito di Alfano. Che in parte guarda al ritorno al centrodestra. Ma che ha anche anche dei big che non vogliono saperne di ripiegare su Berlusconi, come Beatrice Lorenzin. Quanto ad Angelino, il ministro prende tempo ma prima o poi dovrà sciogliere i nodi. In Sicilia, un possibile interlocutore del progetto potrebbe essere Sicilia Futura di Totò Cardinale. Che ha un rapporto privilegiato col Pd, com’è noto, ma che, se non trovasse una quadra nelle liste Dem, potrebbe portare un contributo non indifferente nell’Isola al progetto neocentrista. Una buona affermazione in Sicilia della nuova lista sarebbe indispensabile per superare il 3 per cento di sbarramento nazionale. Nel gruppo potrebbe esserci anche Italia dei Valori, che ha ancora una sua classe dirigente (a partire dal segretario nazionale Ignazio Messina) in Sicilia e che già alle Regionali ha sostenuto la lista di Ap e Centristi: la linea centrista del partito è stata votata la settimana scorsa in segreteria nazionale.
C’è poi la lista di Pisapia. In Sicilia il suo Campo Progressista è poco più che un’idea. Mentre esiste una qualche organizzazione territoriale di due possibili compagni di viaggio dell’ex sindaco di Milano, cioè i socialisti (che alle Regionali correvano insieme a Sicilia Futura ma non hanno eletto loro rappresentanti) e i Verdi. Questi ultimi alle Regionali avevano preferito al Pd il rassemblement di sinistra guidato da Claudio Fava. Il confronto tra gli ambientalisti e i dem si è già avviato sui territori. Verdi e socialisti erano stati dati per possibili compagni di viaggio della lista europeista di Emma Bonino, la cui strada però s’è fatta più tortuosa. C’è un problema di raccolta firme e ci sono anche delle distanze politiche dal Pd che la leader radicale ha rimarcato. Gli europeisti potrebbero alla fine confluire o nella lista centrista (magari insieme ai socialisti) o nella lista laica di Pisapia. Che dovrebbe avere con sé anche l’amico Bruno Tabacci, il cui Centro democratico in Sicilia è guidato da Francesco Attaguile e ha buoni rapporti con i Coraggiosi di Fabrizio Ferrandelli.
Fuori dalla coalizione a trazione dem, il cui frontrunner non è detto sia Renzi, c’è “l’altra” sinistra, quella di Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani, Pippo Civati e di Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni. Puntano a una lista unitaria, i cui confini dovrebbero dunque essere un po’ più più ristretti di quelli della lista Cento passi di Claudio Fava, che in Sicilia ha superato di poco il cinque per cento. Al posto di Fava a livello nazionale ci sarebbe un altro siciliano, il presidente del Senato Pietro Grasso, che la sinistra anti-Pd spera di lanciare come proprio leader.