Siracusa prova a "sganciarsi" |Tar: "Decisione non legittima" - Live Sicilia

Siracusa prova a “sganciarsi” |Tar: “Decisione non legittima”

Il Tar Calabria richiesta perché successiva al decreto del Mise.

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CATANIA  – L’accorpamento delle Camere di Commercio di Catania-Siracusa-Ragusa ormai è realtà dal 16 giugno. E se sabato scorso qualche associazione datoriale nulla ancora sapeva, diamo per buono adesso che tutti hanno avuto modo di leggere il Decreto Assessoriale 1854 firmato dall’assessore Mariella Lo Bello il 16 giugno 2016. Eppure c’è un dubbio che continua a solleticare la curiosità: il voto espresso dal Consiglio Camerale di Siracusa il 17 giugno 2016, convocato in seduta straordinaria, in merito all’uscita dall’accorpamento con Catania e Ragusa è legittimo e opportuno? Un’ordinanza del Tar della Calabria sembra proprio dire di no.

In effetti, il dubbio non è venuto solo a noi. E ai due quesiti c’è chi ne ha aggiunto un altro: si poteva convocare il Consiglio Straordinario? Questo si è chiesto e ha chiesto al Consiglio – da consigliere – Sandro Romano presidente Confcommercio Siracusa. Da ciò che ci dice Romano, il Consiglio camerale di Siracusa – tra l’altro definitivamente scaduto il 21 giugno – così come quelli di Catania (inesistente) e Ragusa, non avevano e non hanno competenza per questioni che vanno al di là dell’ordinarietà. Men che mai per le cose straordinarie. Inoltre, la riunione è stata fatta il giorno successivo alla firma del Decreto, quindi è ipotizzabile che, con quest’atto, il Consiglio fosse stato definitivamente esautorato da qualunque potere.

Ma c’è anche un altro aspetto che riguarda la legittimità di questa votazione – conclusa, tra l’altro, con 2 voti contrari, 22 a favore e di questi ultimi 2 telefonici (il Consiglio è/era composto da 28 persone) – che si ritrova in una Ordinanza dell’8 giugno 2016 firmata da tre magistrati – Salvatore Schillaci, Nicola Durante e Giuseppina Alessandra Sidoti – del Tar della Calabria.

In questa Ordinanza, la n. 573/2016, si dispone, in base alla richiesta delle Camere di Commercio di Crotone e Vibo Valentia, che la volontà di non accorparsi alla Camera di Catanzaro è respinta perché contraria a quanto stabilito dal decreto di accorpamento del Mise su cui il Tar della Calabria nulla trova da ridire: “Tale decreto, non impugnato né annullato – scrive il Tar – o revocato in autotutela, allo stato, appare valido ed efficace”. Insomma il precedente c’è e sembra pure calzante.

Per maggior chiarezza, visto che il decreto di accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa, firmato dal Mise il 25 settembre 2015, non è stato impugnato o annullato o revocato in autotutela e che è valido a tutti gli effetti, adesso non sarebbe più possibile tornare indietro.

“In più la Camera di Siracusa – precisa Romano – non ha i requisiti oggettivi né per rimanere da sola né per andare con Ragusa e questo a prescindere dal fatto che Ragusa non vuole staccarsi dall’accorpamento. Poi, Siracusa non ha un bilancio che gli consente autonomia finanziaria e non ha neanche le 75.000 aziende iscritte a ruolo nei propri registri per rimanere da sola né per andare con Ragusa. Di certo sulla regolarità di questi atti valuterà il commissario straordinario che la Regione avrebbe dovuto nominare ieri, 21 giugno”. Anche se, a oggi, questa nomina ancora non risulta.

 

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