Siracusa, si spacca il Pd |Il partito scarica Garozzo - Live Sicilia

Siracusa, si spacca il Pd |Il partito scarica Garozzo

“La giunta Garozzo non è più riconducibile al Partito democratico”, ha deciso la direzione provinciale.

Giunta nella bufera
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SIRACUSA – Il Pd si smarca dall’amministrazione comunale di Siracusa: “La giunta Garozzo non è più riconducibile al Partito democratico”. Lo ha deciso ieri sera, nel corso dell’attesa assise provinciale (la prima post-rimpastino), la direzione del Partito democratico della provincia aretusea votando la relazione del segretario Alessio Lo Giudice. Con questi numeri. Su 106 componenti: 58 i voti favorevoli, 1 astenuto e 46 assenti. Tra gli assenti, la componente dall’Area dem vicina al sindaco, che si è dunque rifiutata di partecipare al voto. Insomma, com’era prevedibile da qualche tempo: a Siracusa il Partito democratico ha consumato la sua spaccatura. La direzione era chiamata a esprimersi sull’indirizzo votato lo scorso luglio riguardo all’amministrazione comunale guidata dal renziano Giancarlo Garozzo, dopo alcuni scandali giudiziari. “Si chiedeva di dar vita a un nuovo governo della città – recita la relazione del segretario – in grado di rinnovare il patto con gli elettori”. In realtà, anziché l’azzeramento richiesto, è andata che il sindaco ha cambiato due assessori. Il gruppo di lavoro messo su dallo stesso partito si era presto arenato: “Il sindaco – ha spiegato nella relazione Lo Giudice – e i suoi attuali sostenitori hanno ridotto la discussione al solo ingresso in giunta di un assessore espressione dell’area riformista con, al più, qualche piccolo aggiustamento già programmato in precedenza. Un’impostazione distante dallo spirito del mandato della direzione. Il sindaco – l’accusa – ha poi unilateralmente deciso di interrompere l’operazione di rilancio invocata dalla direzione”. Perciò il voto di ieri con cui l’organo direttivo sancisce che “la guida politica dell’amministrazione comunale di Siracusa non è più riconducibile al Partito democratico; gli iscritti del Pd, oggi componenti della giunta, qualora decidessero di rimanere in carica lo farebbero a titolo meramente personale”. Direttive anche per i consiglieri comunali: “Si coordinino sempre più con la segreteria cittadina per valutare, senza alcun pregiudizio positivo o negativo, la qualità dei singoli atti dell’amministrazione comunale avendo come unica guida il programma della coalizione di centrosinistra e i principi e i valori del Pd”. Per la verità in consiglio comunale la spaccatura s’è già evidenziata: una settimana fa, a scrutinio segreto, è passata la mozione di sfiducia al presidente dell’assise, il garozziano Santino Armaro. Insomma, è guerra. E non mancano i colpi al limite del lecito. L’allusione è dello stesso sindaco Garozzo: “Al di là del fatto che un segretario provinciale mediocre si è preso la responsabilità di spaccare esattamente in due il partito – ha detto il primo cittadino -, non posso che stigmatizzare il solito metodo (a questo punto è vizio), quello di barare, portando e imponendo in maniera come sempre scomposta un nuovo elenco degli aventi diritto al voto non concordato con nessuno. Sinceramente divertito nel vedere concretizzare quello che denunciavo da tempo, la nobile intesa Foti-Raiti-Zappulla. Continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto: da tre anni vado dicendo che prima viene la città e poi il Pd. Esattamente quello che ha detto Renzi, riferito all’Italia, domenica a Catania”.


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