Siti archeologici chiusi e fenomeno del "turismo trash"

Siti storici chiusi e fenomeno del “turismo trash” VIDEO

Giusy Belfiore, Presidente delle Guide turistiche: "Serve cambiare o le frasi di rito “il più bel barocco" o “abbiamo i siti UNESCO" non serviranno più a nulla.

CATANIA – Il capoluogo etneo tra siti storico-culturali chiusi e “turismo trash”. Dalla Regione ancora nessuna notizia in merito alla possibile riapertura dei siti storico-culturali di competenza. Nel frattempo, diventano sempre più insistenti le voci secondo le quali a novembre prossimo il Castello Ursino dovrebbe chiudere per un liftino legato ai lavori di adeguamento per riaprire a distanza di un anno.

Un turismo mordi e fuggi

Analizzando i dati, la permanenza media per un visitatore si avvicina a quasi due notti nelle strutture ricettive: si evince la tendenza della città ad attirare un turismo mordi e fuggi incanalato però in un contesto che non riesce a decollare.

“Sul Turismo, occorre capire dove collocarci”

Giusy Belfiore è la presidente delle guide turistiche: “Una situazione che ha dell’incredibile dove la gente non si accorge più della spazzatura. Un turismo trash insomma, con esempi sui vari canali social, Tik Tok o IG, che si moltiplicano di giorno in giorno. Un “turista followers” attirato da immagini o real forti e dove la ricerca del limite da superare o del “pericoloso” d’affrontare fa numeri, followers. Fino a quando tutto funziona con, a esempio, una movida “bestiale” e uno street food senza più identità diventa grasso che cola per qualcuno – continua la Belfiore – ma tutto questo ha un inizio e avrà una fine. Dobbiamo sapere dove collocarci turisticamente altrimenti le frasi di rito usate per la nostra città “il più bel barocco” o “abbiamo i siti UNESCO” non serviranno più a nulla. Ricordando, a tutti, che il turismo chiamato oggi “trash” è mordi e fuggi del tipo mangio un arancino e via o faccio una foto in piazza Duomo e vado o ancora faccio due, tre foto, della “munnizza” alla pescheria e fuggo”.

Da una parte Taormina, dall’altra Siracusa e Ragusa

Insomma una situazione attrattiva e turistica davvero particolare. “La città sta soffrendo in questo momento una offerta turistica schiacciata tra Taormina da una parte, Siracusa e Ragusa dall’altra con siti culturali e storici, nel capoluogo etneo, chiusi totalmente o parzialmente, sporcizia e poca attrattività agli occhi del viaggiatore – continua Belfiore – la nostra città ha un’attrazione “trasversale” che va dalla storia Greco-Romana al ‘700 con il suo Barocco, arrivando fino all’800 con le sue raffinerie. Prendiamone atto e valorizziamo tutto quello che non è racchiuso tra piazza Duomo e via Etnea perché è lì che risiede la parte più bella di questa città”.
A gennaio 2024 il capoluogo etneo sarà protagonista della convention mondiale delle guide turistiche, resterà tutto chiuso, o quasi, come è in questo momento?


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