"Sono Paolo la Rosa e lasciavo questo mondo, un anno fa"

“Sono Paolo la Rosa e lasciavo questo mondo, un anno fa”

La lettera del ragazzo ucciso in discoteca. L'ha scritta per lui sua madre.

PALERMO– Questa è la lettera di una madre dal cuore spezzato, Loredana Zerbo, che, un anno fa, ha perso Paolo La Rosa, suo figlio, accoltellato a morte davanti a una discoteca di Terrasini.

Per l’omicidio di Paolo, lo scorso gennaio il giudice per l’udienza preliminare Piergiorgio Morosini ha assolto dall’accusa di rissa aggravata Rosario Namio e ha restituito gli atti al pubblico ministero affinché riformuli il campo di imputazione per Filippo Mulè in concorso in omicidio.

Viene giudicato a parte, in Corte di assise, Alberto Pietro Mulè, cugino di Filippo Mulè, autore del delitto che ha sostenuto di avere agito per legittima difesa. Il povero Paolo fu colpito cinque volte con un coltello.

Ecco la lettera della madre, un anno dopo quella notte, come se fosse il figlio a parlare. Ecco le parole.

“Esattamente un anno fa, nella notte tra il 23 e il 24 Febbraio 2020 io Paolo La Rosa lasciavo questo mondo e tutti i miei cari, la mia famiglia, gli amici……tutti quelli che amavo e che mi amavano. Avevo vent’ anni e qualcuno ha creduto di avere il diritto di togliermi la vita.

Mi hanno ucciso con freddezza e senza pietà durante una banalissima lite e alla fine di una giornata festosa come solo un giorno di carnevale può essere. Mi hanno ucciso e sono scappati, mi hanno lasciato solo a cercare l’aiuto e l’ultimo saluto di mia sorella e dei più cari amici. Quante vite si sono spezzate quella sera? Vi assicuro non solo la mia.

Mia madre non riceverà mai più i miei baci rumorosi e miei lunghi abbracci e mio padre non sentirà più le mie risate. Pochi secondi sono bastati per mettere fine a tutto, pochi secondi di barbara violenza per strapparmi il futuro. Voi questo futuro potete ancora deciderlo, potete scegliere di non cedere all’odio e alla rabbia, di non assecondare le provocazioni. Potete scegliere di preferire la gentilezza, l’amore, l’amicizia.

Potete scegliere di essere solo voi stessi senza dover necessariamente dimostrare di essere più forti, più bravi, più furbi o più coraggiosi. Siate solo voi stessi come lo ero io.

Chi ero io? Un ragazzo normale con una vita normale fatta di amore, di amici, di gioie ma anche degli errori che solo noi giovani sappiamo compiere ogni volta che sottovalutiamo le conseguenze delle nostre azioni;

un ragazzo normale ma anche speciale.

Con il mio sorriso ho riempito il mondo intorno a me. Un sorriso che mi permette ancora oggi di vivere nel pensiero di tutti quelli che mi hanno conosciuto lasciando un segno indelebile nel cuore di tutti.

Io amavo la vita, la desideravo meravigliosa e l’ho vissuta fino in fondo con amore. Sorridete, sorridete sempre. Il sorriso è l’arma più potente, un’arma che molti temono e che può aiutarvi ad annientare il male.

Con l’augurio di una buona vita vi mando un bacio grande’.

L’installazione per Paolo davanti alla discoteca


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