Una carriera che ha visto Sorrentino protagonista in Italia e in Europa, tra competizioni continentali, Grecia e Spagna. Esperienze straordinarie, alle quali è mancata solo una ciliegina, quella della convocazione in Nazionale. Un cruccio che a trentacinque anni rischia di restare un sogno irrealizzato: “La maglia azzurra è il sogno di tutti quanti noi. Purtroppo c’è lo zero in quella casella, e molto probabilmente è giusto così. Senza giri di parole. Ci sono stati momenti dove forse meritavo qualcosina in più, ma chi è stato scelto al mio posto sicuramente avrà avuto qualcosa in più per essere convocato. Guardarmi indietro non mi piace. Rimarrà un sogno in un cassetto che probabilmente non verrà mai aperto”.
Finiti i festeggiamenti per le duecento gare in A, oltre che per la vittoria sul Milan, Sorrentino può puntare il mirino sui nuovi obiettivi: “Mi piacerebbe giocare fino a 40 anni in Serie A. L’obiettivo delle trecento partite è importante. Ora pensiamo a farle bene queste cento che mancano. E soprattutto pensiamo a far punti il più in fretta possibile. Solo così posso continuare a giocare in Serie A (sorride, ndr). A trentacinque anni e mezzo è giusto pensare a tanti piccoli record, e quello delle trecento partite è notevole. Da domenica parte un altro conto alla rovescia”. Nessuna intenzione di pensare ad appendere i guanti al chiodo: “Non ho la testa per fare l’allenatore. M’immagino di più in un ruolo dirigenziale. E poi comunque non mi vedo ancora non giocatore, e finché scenderò in campo sarò contentissimo”.