Sos Palermo... tra erbacce e rifiuti: l'autunno delle emergenze che verrà - Live Sicilia

Sos Palermo… tra erbacce e rifiuti: l’autunno delle emergenze che verrà

L’estate lascerà il posto alle emergenze

PALERMO – Via Ponte di Mare è la prosecuzione del Foro Umberto I, quello che  i palermitani chiamano “italico”. Un tratto di strada che collega il fronte a mare con via Messina Marine, sovrastando il fiume Oreto.

Chi la percorre con l’automobile, specie d’estate, può imbattersi nei turisti che a piedi, provenendo dagli hotel della Costa Sud, provano a raggiungere sant’Erasmo e, da lì, il centro della città. (nelle foto)

E non può che provare compassione per quei poveri turisti, pantaloncini e occhiali da sole, costretti in infradito a fare lo slalom tra rifiuti, erbacce, alberi troppo sporgenti, guardrail ammaccati, marciapiedi occupati dalle automobili parcheggiate e perfino da una barchetta di legno. Una barchetta, adagiata su uno spazio che, almeno in teoria, dovrebbe essere appannaggio dei soli pedoni.

Un fiume non solo d’acqua

Guardando quei turisti, uno non può che chiedersi: cosa penseranno di Palermo? Sole splendente, mare sfavillante, monumenti da togliere il fiato, panorami da cartolina. Ma anche il letto del fiume Oreto, che si scorge dal ponte di mare, che accoglie rifiuti di varia natura e una vegetazione così rigogliosa da assomigliare a una foresta urbana. E per fortuna non piove, altrimenti sarebbe un problema far defluire l’acqua.

Uno scenario a due passi dal Foro italico, da luoghi rimessi a nuovo e restituiti alla loro bellezza, con un contrasto a cui, probabilmente, i palermitani sono ormai abituati. Ma cosa potrà mai pensarne un turista, asiatico o nord europeo, che difficilmente troverà un cestino vuoto in cui buttare una cartaccia?

Estate tra record e problemi

L’estate è ormai al tramonto e anche quest’anno ha regalato a Palermo numeri record di turisti e visitatori, in arrivo su un aereo o su una nave, attirati dal 400esimo festino di Santa Rosalia o dalla prospettiva di una vacanza più tranquilla rispetto al tumultuoso Medio Oriente.

Ma la stagione calda ha regalato anche l’ennesima emergenza rifiuti, una siccità ampiamente prevista, autobus ridotti e un piano per il diserbo nelle borgate marinare che, anziché partire in primavera, è stato avviato a fine agosto, quando alcuni consiglieri comunali, saggiamente, chiedono invece di intervenire sulle scuole di prossima riapertura.

Rifiuti, responsabilità condivise

La Rap ha i suoi problemi, inutile negarlo, ma vanta anche solidi alibi. Non è pensabile che un cestino vada svuotato tre o quattro volte al giorno, anche se ci si accontenterebbe di una; il problema è che spesso viene usato impropriamente, riempito di bottiglie di vetro e sacchetti dell’immondizia.

C’è un servizio che consente di lasciare i rifiuti ingombranti appena fuori casa, la Rap passerà a ritirarli gratuitamente, basterebbe una telefonata. Per non parlare dei Centri di raccolta. Eppure le strade abbondano di materassi, mobili, rifiuti di ogni tipo e genere. E che dire di quei cassonetti stracolmi di scarti provenienti dagli esercizi commerciali, che dovrebbero usare contenitori appositi?

Detto questo, i problemi restano. In 46 hanno già preso servizio, altre 60 unità lo faranno a settembre ma, come cristallizzato dal piano di risanamento, immettere forze nuove in un meccanismo inceppato potrebbe essere non solo inutile ma addirittura controproducente.

Non va meglio sul fronte della sicurezza, almeno quella percepita. Vero è che Palermo non gode di statistiche peggiori di altre grandi città, ma è altrettanto vero che la cronaca ha raccontato spaccati sociali non proprio edificanti. I cento vigili urbani in più arriveranno fra qualche mese, nel frattempo bisogna sperare negli sforzi di chi è già in campo.

L’autunno che verrà

L’autunno porterà con sé i problemi di sempre: la Rap in bilico, il porta a porta a Mondello e poi a Sferracavallo, il nuovo contratto di Amat per evitare il risorgere del contenzioso, le partecipate in agitazione, una manutenzione stradale a tappe per non mandare in tilt il traffico, un’illuminazione pubblica vetusta, la movida selvaggia.

Sfide da far tremare i polsi anche a un amministratore posato come il sindaco Lagalla, sorretto da una maggioranza litigiosa, imbrigliato in continue trattative con i partiti, alla guida di un centrodestra che chiede, per ora sottovoce, un rimpasto di giunta, e a capo di una macchina, quella comunale, appesantita dalle inefficienze.

Eppure quella è la carne viva della città: la pulizia delle strade, il decoro, le manutenzioni, il trasporto pubblico, il sociale, l’illuminazione. Temi immediati, non progetti futuribili, su cui i palermitani chiedono svolte repentine, a meno di non voler condannare Palermo e i suoi amministratori a rimanere in coda alle classifiche.

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