25 Gennaio 2022, 09:20
7 min di lettura
CATANIA – Decisioni, in fretta: è l’invocazione più comune all’indomani della conferma di sospensione per Salvo Pogliese. Per il sindaco di Catania riprendono gli effetti della legge Severino, legati alla condanna in primo grado per peculato, e dunque sarà sospeso per 13 mesi e mezzo, ma la tegola non cade solo sul diretto interessato: la comunicazione da parte della prefettura catanese, arrivata ieri pomeriggio a Palazzo degli Elefanti, fa piombare l’intera città nello stallo e nell’incertezza, amministrativa e politica. In attesa che si definiscano le conseguenze, diversi esponenti politici e dell’associazionismo chiedono tempi veloci, sia da parte della politica che dovrà decidere le prossime mosse sia alla magistratura, per la definizione del processo d’appello di Pogliese.
Per la segreteria del Partito democratico, la soluzione alla crisi sono le dimissioni del sindaco: “Pogliese eviti di coinvolgere ulteriormente la città nelle sue battaglie giudiziarie – si legge in una nota congiunta a firma delle segreterie provinciale e regionale del partito – la città di Catania non ne può più di questa odissea che lo vede protagonista. È davvero troppo, lasci subito la poltrona di sindaco. Il Pd regionale e provinciale lo aveva detto – prosegue la nota – anche in campagna elettorale tre anni fa e nell’ultimo anno: era un rischio per la città, un azzardo enorme che ci fosse la candidatura di una persona sotto processo per quel tipo di reato. Un rischio che la città adesso paga con un inevitabile caos”.
Sui problemi che la città si trova ad affrontare in questo periodo, e che verosimilmente rimarranno sospesi fino a che non si troverà un modo per sbrogliare la situazione di Palazzo degli Elefanti, interviene Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio siciliana, con un post su Facebook: “Una nota del prefetto comunica a Salvo Pogliese la sospensione, praticamente fino a fine mandato, dalla carica di Sindaco. In attesa di leggere l’ordinanza del Tribunale non commento, ma credo che alcune cose vadano dette comunque: abbiamo una città in difficoltà da tempo, segnata da un default (dichiarato e non imputabile a Pogliese), un’emergenza rifiuti oramai gravissima, le periferie e la zona industriale abbandonate, turisti che sono costretti a fare slalom tra macchine mal posteggiate e sporcizia, un livello di vivibilità segnato da indicatori che consegnano Catania in fondo a tutte le classifiche, scuole ospitate in strutture spesso pericolanti già segnate dalla Dad”.
“La città – prosegue Abramo – da oggi non ha più un sindaco ma viene retta da un vicesindaco non eletto dai catanesi e, contemporaneamente, Salvo Pogliese oramai interdetto deve porsi la domanda se dimettersi o proseguire. In questo quadro la nostra città non può più perdere tempo! Spero – conclude Abramo – che sia il senso di responsabilità e l’amore per la nostra città a guidare le prossime scelte del sindaco e di chi è impegnato in qualsiasi modo per il bene di Catania e dei suoi cittadini”.
Una nota della sezione locale del Partito Liberale Italiano, firmata dal coordinatore siciliano Pietro Ivan Maravigna e dal segretario catanese Alessandro Pulvirenti, richiama l’attenzione sui tempi della giustizia: “Nella vicenda della nuova sospensione del Sindaco di Catania – si legge nel comunicato di Pli – non rimanga sfuocato il reale punto critico della questione: la lentezza della giustizia italiana. È inconcepibile che, ad oltre 18 mesi dalla sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Palermo che ha condannato Pogliese, non si sia definito il processo d’appello richiesto dall’imputato. In questo non possiamo che essergli solidali. Un cittadino, qualunque cittadino non può essere tenuto ‘a vita’ sotto processo. In più le sanzioni accessorie previste dalla legge Severino imponevano alla Corte d’Appello di Palermo di rilevare l’urgenza della trattazione del processo: Pogliese ha diritto ad un processo giusto e rapido, i siciliani hanno diritto di sapere se è innocente o colpevole per il reato di peculato per cui è stato condannato in primo grado. Per quanto riguarda le sue eventuali dimissioni, non sentendoci in grado di suggerirgli nulla, siamo sinceramente preoccupati che il rinnovo dell’amministrazione comunale di Catania possa, se in contemporanea alle elezioni regionali o amministrative delle grandi città dell’isola, essere oggetto della spartizione tra le forze politiche. Catania ha bisogno per il suo rilancio di una classe dirigente preparata e capace. Impensabile che la carica di Sindaco di Catania possa essere lasciata come contentino al partito che perde la corsa alla candidatura alla presidenza della regione o a sindaco di Palermo”.
Per Matilde Siracusano, deputata messinese di Forza Italia, Salvo Pogliese è “vittima ancora una volta di un’ingiustizia, e la città di Catania nuovamente privata del suo sindaco. La legge Severino – norma assurda, che andrebbe completamente riscritta – viene interpretata in modo errato e in contrasto con una recente sentenza della Corte costituzionale, e dunque dalla Prefettura di Catania è stata inviata una nota al Comune etneo che ripristina la sospensione del primo cittadino. Una procedura aberrante, una sgrammaticatura democratica che il Parlamento ha il dovere di sanare il prima possibile. Non si può privare un’amministrazione locale di una guida – dice Siracusano – prima di una sentenza definitiva, non può sussistere nel nostro Paese la presunzione di colpevolezza. Occorre una riflessione urgente su questo delicato tema, che coinvolga tutte le forze politiche, nessuna esclusa”.
“Catania si ritrova nuovamente senza sindaco in piena pandemia, con una città allo sfascio e con una amministrazione che non è riuscita a risolvere nessuno dei problemi che si proponeva di affrontare”: lo afferma una nota di Sinistra italiana citando, tra questi, “il dissesto, la crisi economica e occupazionale, la gestione dei rifiuti, la viabilità e il traffico, le prospettive di sviluppo al sistema trasporti, la sicurezza degli edifici pubblici, la gestione dell’ordinaria amministrazione, la cura dell’esiguo verde pubblico, la transizione ecologica, lo stato di degrado inverosimile della Zona Industriale, che ci ha portato a perdere investimenti e prospettive occupazionali”.
“Sinistra Italiana – prosegue la nota – continua a sostenere che qualsiasi cittadino è innocente sino a sentenza definitiva e non condivide le limitazioni imposte dalla legge Severino, ma Pogliese non finga più di stupirsi degli effetti di una legge che il suo partito ha prima proposto con il ministro Alfano e poi votato durante il governo Monti. Adesso Pogliese – conclude Sinistra italiana – la smetta di pensare alla sua carriera politica, prenda atto che la sua esperienza è stata politicamente disastrosa e che Catania ha bisogno di un’amministrazione nel pieno delle sue funzioni e rassegni le dimissioni. Per il bene di Catania si torni al voto al più presto possibile”.
“Catania non può restare ostaggio di Pogliese e dei bizantinismi della legge Severino. Il sindaco anteponga il bene della città ad ogni altra considerazione e si dimetta evitando di scaricare sulla città i suoi problemi con la giustizia”, così Claudio Fava. “Catania sta vivendo in uno stato di prolungato e doloroso abbandono – prosegue il presidente della Commissione regionale Antimafia – Preda dell’emergenza rifiuti, di un disagio diffuso nelle sue periferie, senza una regia per l’utilizzo dei fondi del Pnrr. Pensare di poter lasciare la città ancora a lungo senza governo è un atto di irresponsabile presunzione. È legittimo che Pogliese si difenda nelle opportune sedi giudiziarie, ma lo faccia da privato cittadino e restituisca ai catanesi il diritto di scegliersi un nuovo sindaco”.
“Nonostante sia accanito oppositore politico del sindaco, gli esprimo la mia vicinanza”. È il commento del consigliere comunale Salvo Di Salvo. “Dalla mia formazione politica ho imparato sempre a scindere i momenti in cui le contrapposizioni politiche ti dividono e ti allontanano. Ma rimane sempre razionale la ragione per la quale alcuni valori umanamente civili rimangono indelebili”. E aggiunge: “Ripongo sempre massima fiducia nella magistratura rispetto a una vicenda giudiziaria che farà prevalere le ragioni o accertare le responsabilità. Auguro che a freddo si possa dare certezza alla città, bisogna che si faccia quadrato sul futuro di Catania“.
Pubblicato il
25 Gennaio 2022, 09:20