Sottosegretari | Scontri tra M5s e Pd - Live Sicilia

Sottosegretari | Scontri tra M5s e Pd

Il premier Conte aveva chiesto rapidità, ma il totonomi non si è risolto entro il Consiglio dei ministri di oggi

Giuseppe Conte aveva tentato di dare l’accelerata decisiva, ma la maggioranza non è riuscita a chiudere l’accordo su viceministri e sottosegretari. Ai tempi stretti del premier sono seguiti quelli del Consiglio dei ministri di oggi, durato 15 minuti. D’altro canto, parlano i numeri: i posti a disposizione sono 43 da suddividere tra Movimento cinque stelle, Partito democratico E lEU, ma le candidature presentate dal Pd sono 120 e quelle del M5s ammontano a 200.

Le nomine potrebbero rientrare nell’ordine del giorno nel Cdm della prossima settimana, ma nel frattempo il governo giallorosso serve un ‘assist’ a Matteo Salvini. Durante la tappa umbra del suo tour elettorale, a Orvieto, il leader della Lega tuona: “Gli può andare bene a Roma per qualche tempo. Si stanno scannando anche stamattina per 40 poltrone da sottosegretari”.

Matematica a parte, tra le ragioni del ‘naufragio’ ci sarebbero varie discordanze sull’assegnazione di poltrone chiave. Tra i posti su cui grillini e dem si scontrano, ci sono quelli da assegnare al ministero dello Sviluppo economico. Per le telecomunicazioni, il nome del Pd sarebbe Antonello Giacomelli, mentre per l’energia si parla di Gian Paolo Manzella; al mosse che il Movimento non gradirebbe. Toni accesi anche sul sottosegretario al Turismo, col dem Dario Franceschini insidiato dal M5s, e quello alle Riforme, che il cinque stelle Riccardo Fraccaro non vorrebbe cedere al Pd. Fondamentale, infine, anche l’editoria: il Pd penserebbe ad Andrea Martella ma anche a Giovanni Legnini, già sottosegretario proprio con la stessa delega; i grillini puntano su Emilio Carelli, ex volto noto della televisione con esperienza nell’informazione.

Lotta, stavolta interna, anche tra le 200 candidature del partito pentastellatoLaura Castelli e Stefano Buffagni non troverebbero un accordo sul ruolo di vice ministro all’Economia, settore che disporrebbe di un bacino di 400 poltrone di sottogoverno. Spiccano anche le volontà di alcuni ex ministri di rimanere nei propri vecchi dicasteri come sottosegretari, come nel caso di Barbara Lezzi al ministero per il Sud ed Elisabetta Trenta alla Difesa.


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