CATANIA – La “copertura mafiosa” sarebbe stata assicurata da Santo Strano, “facci i palemmu”, uomo di vertice della famiglia Cappello Bonaccorsi. La “family” dello spaccio (in questo caso la famiglia Cambria) scoperta dalla Squadra Mobile di Catania avrebbe avuto collegamenti con le ‘drine calabresi per poter foraggiare un intenso traffico di “marijuana e cocaina” nel catanese. Seguendo il filo dell’indagine Colomba i poliziotti – anche grazie alle imbeccate del narcos Domenico Querulo – hanno messo in moto l’operazione che ha portato a scoprire la holding familiare dello spaccio che aveva basi di smercio tra San Cristoforo e Zia Lisa.
L’inchiesta si è divisa in due tronconi processuali. Ieri si è chiuso il secondo capitolo giudiziario con la sentenza della Corte d’Appello di Catania degli imputati che hanno optato per il rito ordinario. La requisitoria è stata discussa dal sostituto pg Giuseppe Lombardo. Diverse le pene riformate, con alcune assoluzioni parziali. Confermata la condanna a 30 anni nei confronti di Santo Strano, ritenuto il ‘promotore’ dell’associazione criminale finalizzata al traffico di droga. Daniele Aulino, difeso dall’avvocato Salvo Leotta, invece è stato assolto dallo spaccio di cocaina ed è stato condannato solo per marijuana. La pena è stata rideterminata a 3 anni e 6 mesi e 10 mila euro di multa.
Le condanne in appello. Santo Strano, 30 anni (conferma), Giovanni D’Angelo, 12 anni (riconoscimento delle attenuanti generiche), Rocco Antonio Fedele, 14 anni e 4 mesi, Antonina Musumeci, 11 anni (riconoscimento delle attenuanti generiche), Giovanni Floresta, 2 anni e 2 mesi e 9 mila euro di multa (assolto da un capo d’imputazione), Benedetto Barbagallo, 5 anni e 10 mila euro di multa. Daniele Aulino, 3 anni e 6 mesi e 10 mila euro di multa (assolto da una parte della contestazione).