PALERMO – Un agguato in piena regola. Non ultimato, ma pur sempre un agguato. Probabilmente il movente è legato a questioni passionali. Il panico al mercato di via Filippo Paladini, al Cep, è scoppiato intorno alle 11 del mattino.
Le prime, frammentarie, ricostruzioni descrivono l’arrivo di una persona, o forse due, in sella a una moto. Poi, l’esplosione di diversi colpi sparati con una pistola calibro 38. I fratelli Maurizio e Umberto Quartararo, rispettivamente di 36 e 30 anni, sono stati colpiti alla spalla, al collo e al torace. Adesso sono ricoverati negli ospedali Villa Sofia e Cervello.
Il più grave è Maurizio Quartararo che è stato sottoposto a una Tac e adesso si trova in sala operatoria. Ha una ferita al polmone destro. Gli hanno sparato alle spalle e la pallottola si è fermata nella parete anteriore del torace. Un secondo colpo lo ha raggiunto al collo procurandogli la frattura di due vertebre e della mandibola. Ma è lo squarcio al polmone che preoccupa seriamente i sanitari di Villa Sofia.
C’è anche una terza ferita. Maria Maniscalco, 70 anni. Stava facendo la spesa al mercato. E’ stata raggiunta di striscio alla gamba sinistra da un proiettile vagante. Nulla di grave, è stata medicata all’ospedale Ingrassia e subito dimessa. Ha rischiato, però, di essere la vittima innocente della mattinata di follia al mercatino rionale. Un luogo pieno di gente. Ad evitare che il bilancio fosse più pesante ha giocato il fatto che le due Motoape su cui i fratelli Quartararo esponevano i meloni si trovava all’inizio della strada e non nel cuore del mercato.
Nel silenzio che regna sovrano nel quartiere emergerebbe un ulteriore particolare: ci sono macchie di sangue in punti dell’asfalto distanti rispetto al luogo dell’agguato. Circostanza quest’ultima che farebbe pensare che ci possa essere qualche altro ferito fuggito e non ancora identificato.
Adesso carabinieri e poliziotti della Squadra mobile scavano nella vita dei fratelli Quartararo. Entrambi residenti nel rione dell’agguato, avrebbero precedenti penali per rissa e reati contro il patrimonio. Le indagini, almeno in questa fase iniziale, imboccano la strada dei contrasti nell’ambito familare, forse di natura passionale. C’erano forti dissidi con chi si è armato la mano per farsi giustizia.
Ha collaborato Silvio Guagenti