PALERMO – Francesco Casio, presidente dell’Ars, si è presentato stamane al secondo piano del tribunale di Palermo di fronte al procuratore aggiunto Leonardo Agueci, titolare dell’indagine sulle “spese pazze” dei gruppi parlamentari dall’Assemblea regionale siciliana, insieme ai sostituti Maurizio Agnello e Sergio De Montis. Un’iniziativa spontanea, quella di Cascio, che non era stato convocato per essere sentito nell’abito di un’inchiesta che, allo stato attuale, si presenta senza reato e persone iscritte al registro degli indagati.
Le carte consegnate dal presidente dell’Ars riguardano i fondi assegnati ai gruppi nel corso del 2012 e le destinazioni che le somme hanno avuto. I fondi erogati dall’Ars, infatti, vengono accreditati nei relativi conti correnti e vengono poi gestiti in autonomia. La parte più corposa dei capitoli di spesa riguarda i rapporti con l’elettorato, il pagamento dei dipendenti e dei cosiddetti portaborse.
I documenti consegnati da Cascio, corredati anche dalla legislatura in materia, sono ritenuti comunque dagli inquirenti materiale interessante e l’ipotesi è che nei prossimi giorni si vedranno sfilare nei corridoi della procura i vari capigruppo, diretti responsabili della gestione dei fondi che i pm stanno passando ai raggi X. Ai magistrati dovranno rendicontare le spese dei gruppi per accertare che non ci siano reati riscontrabili nelle varie transazioni di denaro.
Insieme al presidente dell’Ars e al legale Enrico Sanseverino, in Procura è andato anche il segretario generale dell’Assemblea, Giovanni Tomasello. Oggi è stato sentito come teste nel processo all’ex deputato regionale Alberto Acierno, finito sotto accusa proprio per l’utilizzo dei fondi del gruppo Misto e della Fondazione Federico II.