Spoglio infinito, caos Circoscrizioni | Nessun risultato dopo 15 giorni - Live Sicilia

Spoglio infinito, caos Circoscrizioni | Nessun risultato dopo 15 giorni

Foto d'archivio

Controlli sui voti e leggi poco chiare: ancora sconosciuti i nomi dei consiglieri eletti.

PALERMO – Ancora nessun risultato ufficiale sui consiglieri delle otto circoscrizioni di Palermo a quasi due settimane dalla chiusura delle urne. Se Leoluca Orlando è stato proclamato sindaco con una maggiore celerità rispetto alla precedente tornata elettorale del 2012, le operazioni di controllo dei voti per le otto circoscrizioni vanno a rilento. Con il risultato che a quasi due settimane dalle elezioni, mentre in altri comuni ci si prepara ad affrontare i ballottaggi, ancora non si conoscono i nomi di chi sarà eletto consigliere in ciascuna circoscrizione.

I motivi di questo ritardo sono legati alla burocrazia e a una legge elettorale poco chiara su alcuni punti. L’organizzazione dei seggi elettorali poi ha contribuito a rallentare ulteriormente le operazioni di conteggio dei voti. Su indicazione della Regione, infatti, scrutatori e presidenti di seggio hanno iniziato le operazioni di insediamento alle cinque del mattino dello stesso giorno di voto (domenica 11 giugno). Tutto in un’unica giornata, dalla preparazione dei verbali, alla preparazione delle schede e delle urne elettorali. Nelle precedenti elezioni amministrative, invece, l’insediamento dei seggi era anticipato al sabato pomeriggio, lasciando una notte di riposo tra la preparazione e il voto.

Gli stessi scrutatori hanno poi assistito alle operazioni di voto, complicate dal meccanismo della doppia preferenza di genere, e allo spoglio andato avanti fino al pomeriggio di lunedì 12. Una maratona che “ha causato non pochi problemi nell’applicazione e interpretazione delle preferenze espresse”, ha dichiarato ieri Vincenzo Mineo, direttore amministrativo del tribunale di Palermo, a margine della cerimonia di proclamazione del sindaco a palazzo Jung.

Anche per questo motivo la mattina di martedì 13 giugno, quando i seggi dovevano essere smobilitati, c’erano ancora molti voti non scrutinati. A questo punto, seguendo le disposizioni di legge, i presidenti di seggio hanno sigillato le urne e le hanno trasferite alle commissioni centrali elettorali di circoscrizione. Ritardi nel conteggio e trasferimenti non sono una novità, ma fino alle ultime elezioni documenti e schede finivano alla commissione centrale elettorale, una sorta di grande seggio costituito da un magistrato, un presidente di seggio e alcuni scrutatori con il compito di contare i voti e controllare tutti i verbali stilati nelle singole sezioni. La novità di quest’anno è che, invece di esserci un seggio centrale per tutta la città, ogni circoscrizione ha la sua commissione elettorale. Ci sono dunque al lavoro sette commissioni (una per circoscrizione tranne la prima, per la quale la competenza è ancora dell’Ufficio elettorale centrale), e il controllo di schede e verbali porta via molto tempo.

Già, ma quanto tempo? Gli uffici comunali precisano che le operazioni di verifica si stanno prolungando perché, in molti casi, i verbali sono stati compilati male a causa della lunga maratona degli scrutatori. “Per il consiglio comunale prevediamo un mese di tempo dal risultato elettorale alla proclamazione” ha detto Vincenzo Mineo. Entro il festino di Santa Rosalia, dunque, si dovrebbe avere la proclamazione ufficiale del consiglio. Mentre per sapere almeno chi è stato eletto nelle circoscrizioni è verosimile aspettarsi qualcosa già la prossima settimana, con le proclamazioni che, a questo punto, arriveranno nella seconda metà di luglio.

Ma c’è un altro intoppo, che impedisce alle stesse commissioni elettorali di circoscrizione di capire chi sono esattamente i vincitori. La legge elettorale infatti non specifica se, fatto il calcolo dei voti, la ripartizione dei nove seggi di cui è composto ogni consiglio di circoscrizione debba essere fatta per lista o per coalizione. Nel primo caso viene attribuito a ogni lista un numero di seggi proporzionale ai voti ottenuti, mentre nel secondo i seggi vengono attribuiti alle coalizioni, per poi essere distribuiti in base al peso di ogni lista all’interno della coalizione.

Una differenza non da poco, dato che a seconda del metodo scelto varia la composizione del consiglio. “Nella mia circoscrizione la commissione elettorale ha controllato tutto – dice Silvio Moncada, presidente appena rieletto nella quarta circoscrizione – ma ha dei dubbi sulla modalità di designazione degli eletti. Questo è importante, perché, per fare un esempio, il Movimento cinque stelle potrebbe prendere un solo consigliere con l’attribuzione alle coalizioni, mentre arriverebbe a due con la ripartizione diretta alle liste”. Variazioni che, con appena nove posti disponibili in ciascun consiglio, possono cambiare la rappresentatività di ciascuna lista. Per avere un’interpretazione univoca della legge è stato chiesto un parere alla Corte d’Appello, che darà un orientamento a tutte le commissioni elettorali. Ma in attesa del parere dei giudici non può essere proclamato nessun consigliere.

E la Corte dovrà esprimersi anche su un altro pasticcio. La legge elettorale prevede l’assegnazione di un seggio al secondo candidato presidente di circoscrizione più votato, a patto che abbia conseguito almeno il 20 per cento dei voti. Non è chiaro, però, se questo posto sia da sottrarre ai seggi assegnati alla lista che sostiene il presidente, o se venga considerato come un seggio a sé stante, da non considerare dunque nel conteggio per la ripartizione degli altri seggi. Di nuovo, sarà la Corte a chiarire le cose. Ma nel frattempo le circoscrizioni rimangono senza consiglieri.


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