PALERMO – Altrove andrà certo meglio. E chi lo mette in dubbio. Ma a giudicare dalla situazione del Ciapi di Palermo, la faccenda è complicata. Tra “auto formazione fatta in casa” – e regolarmente retribuita – e “bandi per comprare i computer” – che sono ancora in corso – il risultato è che il progetto Spartacus degli sportelli multifunzionali, almeno a Palermo, resta in alto mare. O meglio, a scanso di equivoci, siamo ancora nella fase organizzativa, come precisa qualcuno. Ben lontani, però, da quella operativa.
Insomma, al Roosevelt, come nel resto della città, non sono pronti per accogliere, orientare e formare i lavoratori. Cioè a fare quello per cui la Regione ha assegnato 36 milioni di euro al Ciapi di Priolo per assumere 1760 lavoratori con contratti di sei mesi.
Settimana scorsa. Poco prima di mezzogiorno c’è fermento nei locali che il Ciapi di Palermo, quello travolto dagli scandali giudiziari, ha prestato ad un altro Ciapi, quello di Priolo. All’esterno, come in qualsiasi ufficio c’è chi fa la pausa caffè e chi fuma una sigaretta. Le stanze al primo piano sono affollate.
“Scusi, dove posso avere informazioni sul progetto Spartacus?”. “Da lì in poi ci sono gli uffici del coordinamento”, dice un uomo in corridoio. “Sono un giornalista, con chi posso parlare…? “Sì, Terranova piacere. Prego si accomodi”, risponde un distinto signore in abito grigio e borsa in pelle che sta per andare via ma che gentilmente torna indietro. “Allora si lavora? ”Siamo sulla buona strada. Abbiamo superato una serie di difficoltà iniziali. I primi problemi sono stati quelli della logistica, abbiamo fatto una serie di convezioni con strutture pubbliche per accoglierci ed erogare il servizio. Questa struttura non è idonea, anche in considerazione del decentramento. Non riusciremmo ad accogliere l’utenza se non marginalmente. Il Ciapi di Priolo ha individuato strutture a Palermo e provincia, al dipartimento Formazione, al Lavoro, negli uffici provinciali del lavoro”. A fornire queste informazioni è Giovanni Terranova, referente palermitano del progetto Spartacus.
A cui rivolgiamo la stessa domanda fatta qualche giorno fa all’assessore regionale Ester Bonafede. Visto che i contratti dei lavoratori, e cioè il pagamento dello stipendio, decorrono dal 22 ottobre, cosa hanno fatto gli sportellisti negli ultimi trenta giorni? “Formazione pure loro”, era stata la risposta dell’assessore. Ora confermata da Terranova, con una precisazione. “Il personale nel frattempo è stato in auto aggiornamento”. “Lo hanno fatto a casa?” Sì, presso il proprio domicilio”. “Così per capire: gli avete inviato del materiale da studiare?”. “Sì, gli abbiamo inviato del materiale”. “E come verificherete se hanno studiato davvero?”. “Ci invieranno una scheda riepilogativa delle attività svolte”. “E qualcuno farà una verifica ulteriore o basteranno le schede?”. “Evidentemente. Si stanno auto formando sugli obiettivi del progetto Spartacus e sulla legge Fornero”.
Sperare di conoscere i dettagli sulla, quantomeno insolita, auto formazione dai lavoratori è un’illusione. Anzi, la risposta di due donne, che si trovano all’esterno degli uffici, lascia spiazzati: “Autoformazione? Che cos’è, chi gliel’ha detto?”, rispondono basite. “Il referente del progetto”. La mimica facciale che manifesta stupore non cambia: “Noi abbiamo sempre lavorato coi centri per l’impiego” e via a spiegare tutto ciò che prevede il progetto senza chiarire il mistero della formazione fatta in casa. La loro casa.
Con Terranova proviamo ad arrivare al dunque. Insomma, quando inizieranno le politiche attive per i lavoratori? E cioè quei percorsi di formazione e orientamento obbligatori sulla base delle legge Fornero e senza i quali non si può ricevere la cassa integrazione? “Saremo pronti nei prossimi giorni”.
Giusto per fare due conti: nella migliore delle ipotesi, quando tutto sarà pronto, sarà trascorso un mese e mezzo dal fatidico 22 ottobre. Di mesi ne resteranno altri tre e mezzo per orientare una platea di 130 mila cassintegrati. Basteranno? “Secondo me sì, noi auspichiamo che il servizio possa continuare”, risponde Terranova che aggiunge: “Si vocifera che si vada oltre, voci di corridoio, non si sa, se individueranno risorse e se raggiungeremo gli obiettivi”.
Almeno stavolta le parole del referente palermitano del progetto non cozzano con quelle delle lavoratrici di cui sopra: “ Sono sei mesi, più sei – dice una di loro – altrimenti per noi sarebbe la morte. Ho lavorato a tempo indeterminato per trent’anni. Ora sono passata a tempo determinato. Spero ci sia un prosieguo dopo che la Regione ha investito su di me”.
Resta irrisolto il dilemma su cosa si faccia, in questo momento, al Roosevelt di Palermo. “Qua si raccoglieranno le informazioni dalle province – spiega sempre Terranova -. Oggi sono già tutti al lavoro (si riferisce ai 60 del Ciapi dell’Addaura. In tutto i ‘palermitani’ impegnati nel progetto sono 600 ndr). Qui stanno pianificando l’attività delle strutture che erogano i servizi. Noi raccogliamo le presenze di Palermo e provincia tramite fax e mail e le trasmettiamo al Ciapi di Priolo”.
Una sorta di banca dati che sarà organizzata utilizzando i computer che presto arriveranno. Non sono ancora arrivati? “Mi risulta che il Ciapi abbia fatto una gara, ma di questo e altro deve parlarne con il direttore. Di pomeriggio dovrebbe essere qui”. Si sta parlando di Luciana Rallo direttrice del Ciapi di Priolo, il cui telefono squilla a vuoto da giorni. Sarà la stessa persona citata da un’altra lavoratrice, anche lei lontana dall’ufficio, quando spiega che “hanno deciso di attivare il progetto Spartacus che dovrebbe riorganizzare il servizio di politiche attive. Come? Forse lo scopriremo di pomeriggio che arriva la mega dirigente”. Nell’attesa, come è giusto che sia, i lavoratori maturano sacrosanti, senza ironia alcuna, giorni di stipendio sanciti dal contratto di lavoro firmato.
Intanto è arrivato in Ragioneria, ed è stato registrato, il decreto, a firma del dirigente generale Anna Rosa Corsello e datato 11 ottobre 2013, che impegna la spesa e trasferisce i 36 milioni di euro al Ciapi di Priolo. Una registrazione avvenuta un mese e mezzo dopo la pubblicazione del bando, quando i contratti erano già stati firmati.