PALERMO – Nulla di illecito. I quattro deputati coinvolti rispediscono le accuse al mittente. Ciascuno con la sua motivazione.
Francesco Musotto si dice pronto ad “un confronto pubblico con la gente. Pure in una conferenza stampa”. Poi aggiunge: “La storia dei soldi è vera, ma non c’è niente da nascondere e io non l’ho nascosta ai finanzieri. È un atto ufficiale. Sono stato capogruppo di un partito che stava facendo una campagna elettorale. Un piccolo partito che si stava proiettando a livello nazionale. Non ci sono spese di pranzi, viaggi, regali o cioccolatini”. Ma perché quei prelievi in contanti? “Si stavano organizzando sei convegni a livello nazionale, mica potevo fare un assegno unico. Mi fa paura l’ipocrisia di tuta questa vicenda”. E i sei mila euro dati al senatore Oliva? “Girava in lungo e in largo per la Sicilia. Sono rimborsi sempre a fini elettorali. Si parla sempre e solo di attività politica”. Musotto taglia corto: “Se uno vuole fregare dei soldi non lascia certo tracce ufficiali. Ecco perché mi fa piacere che se ne parli”.
Sul regalo di nozze “contestato” ad Antonello Cracolici dal Pd fanno sapere che si tratta di soldi “soltanto anticipati dal gruppo e che poi sono stati addebitati ai singoli deputati. Cento euro ciascuno detratti dagli stipendi dei venticinque parlamentari”. Il gruppo parlamentare all’Ars ha inoltre diffuso una nota a firma del consulente contabile, Salvatore Cincimino: “A proposito delle notizie di stampa relative ad un accertamento su un versamento in favore di una dipendente del gruppo parlamentare del Pd all’Ars preciso che l’importo di 2.500 euro, somma versata in occasione del matrimonio della dipendente, è frutto di una sottoscrizione del valore di 100 euro per ciascuno dei 25 deputati allora iscritti al Gruppo PD nella XV legislatura”, Cincimino. “E’ fondamentale specificare che non si tratta di fondi del gruppo – aggiunge – che ha anticipato la somma: contestualmente è stato infatti rilevato il credito di 100 euro verso ciascun deputato. Il versamento, dunque, in quanto effettuato per il tramite di anticipazione da parte del Gruppo, é avvenuto a mezzo di bonifico bancario, per garantire la tracciabilità del flusso finanziario, identificando la corretta causale, così da garantire la trasparenza dell’operato”.
Rudy Maira conferma di avere utilizzato la macchina, Una Audi A6, le cui spese di leasing vengono bollate come ”ingiustificate” dai finanzieri. Anche l’ex capogruppo del Pid ha chiarito la sua posizione con un comunicato: “Quale capogruppo mi sono adeguato in perfetta buona fede ad una prassi consolidata, e quindi non so se ho commesso errori, che consentiva ai presidenti di gruppo di utilizzare un’autovettura il cui costo di noleggio gravasse sul singolo medesimo gruppo. Se ciò non è stato corretto me ne farò carico, mettendo anche da parte i principi che la Corte Costituzionale ha adottato per la spesa dei Gruppi parlamentari dell’Ars – afferma -. Tale autovettura, di cui sono stato fruitore dalla società di leasing, nel momento in cui non sono stato rieletto è stata da me formalmente messa a disposizione del gruppo. Dichiaro comunque di essere pronto a fornire qualsiasi chiarimento necessario sia alla Procura di Palermo che alla guardia di finanza. Infine, riguardo la spesa relativa all’acquisto di un regalo in gioielleria, preciso che si trattava di un dono, di tutto il gruppo parlamentare anche a nome dei nostri collaboratori, ad un nostro dipendente in occasione di una ricorrenza importante per la sua famiglia”.
Dall’Udc fanno, invece, spiegano di non sapere nulla dei 1690 euro spesi in una gioielleria di Palermo. È probabile, dicono, che il passaggio di denaro risalga a quando Giulia Adamo, l’ex deputato a cui la circostanza viene contestata, era alla guida di un altro gruppo visto che è stata leader del Misto, del Pdl Sicilia e dell’Udc. Impossibile contattare la Adamo per una replica. Il sindaco di Marsala si trova all’estero.