CATANIA – Carlo Saggio, nuovo presidente del Teatro Stabile è convinto che sia possibile rilanciare lo storico ente culturale catanese. In queste ore sta rimettendo in fila i “dossier” sui numerosi problemi che affliggono il teatro, al suo fianco c’è Lina Scalisi, docente di Storia dell’Università di Catania che condivide con il noto editore Mario Ciancio la passione per l’arte e la cultura.
Punto primo: cercare di comprendere quali siano le reali condizioni del Teatro Stabile, un tempo pilastro da 10mila abbonati, oggi ridotto, da anni e anni di clientelismo, a un posteggio per sottogoverni della politica.
A dire il vero, con la nomina del notaio Carlo Saggio alla guida dell’Ente, forse potrebbe iniziare l’inversione di tendenza, ma il percorso è tutto in salita visto che devono essere quantificati i debiti lasciati in eredità, che spesso hanno spinto i creditori a eseguire pignoramenti di ogni tipo; da quantificare anche gli stipendi arretrati da versare ai dipendenti.
Una cosa è certa, Carlo Saggio ha tutte le credenziali per parlare guardando negli occhi i piani alti della politica. A partire dai soci, cioè Comune, Regione, Provincia oggi Città Metropolitana ed altri, tutti colpevoli di investire troppo poco sul Teatro.
Ci sono da sistemare i magazzini, i locali, deve essere nominato il direttore, Saggio e la Scalisi puntano sul “collegamento con la città, ci stiamo facendo preparare la pianta organica – dicono – cercheremo di fare le cose con serietà”.
Altra scommessa è quella degli abbonati, 1.200 al momento. Ma il percorso è ancora lungo, Saggio riconosce di aver compiuto “solo il primo passo” e l’impressione “è stata buona”. Dopo la fase di valutazione servirà quella dei fatti: il Teatro Stabile ha grandi potenzialità e una storia prestigiosa che potrebbe aprire nuovi scenari.