CATANIA – Firmata a Monza questa notte, l’ipotesi d’accordo 2024-2026 relativa all’integrativo aziendale per StMicroelectronics, la multinazionale di semiconduttori che in Italia conta circa 13 mila lavoratori per lo più distribuito su siti produttivi di Agrate e catanese. Lo rende noto la Fim Cisl.
Per il segretario nazionale Massimiliano Nobis è “un’intesa importante che porterà nelle tasche dei lavoratori più stipendio e welfare, ma anche nuova occupazione, migliore gestione dell’orario di lavoro e tempi vita/lavoro e partecipazione”. In particolare, l’intesa prevede dal 1 gennaio 2024 l’aumento della retribuzione fissa per tutti i dipendenti; sarà inoltre riconosciuto un premio fisso che a regime sarà di 1000 euro l’anno.
Tutti in aumento che incideranno sulle maggiorazioni, tredicesima, tfr e gli altri istituti indiretti. Quasi raddoppiato il valore del PDR che in tre anni salirà a 5.500 euro mentre a marzo 2024 saranno riconosciuti 700 euro di benefit flessibile.
Confermati inoltre nel piano industriale gli investimenti nella ricerca e nei processi in tutti i siti e gli enti della multinazionale in Italia. In particolare, nel sito di Catania dove è già in fase di realizzazione l’investimento per la produzione con tecnologia di carburo di silicio che porterà 700 nuove assunzioni.
La nota della UIl
“C’è chi canta vittoria per il contratto integrativo Stm. Noi della Uilm, no! Altre organizzazioni assieme ai loro rappresentanti aziendali nelle Rsu hanno firmato con l’azienda un’ipotesi di accordo, della quale non ci è stato consegnato neppure il testo integrale. Un mistero buffo. Qualcosa, comunque, l’abbiamo saputa e possiamo dire sin d’ora che i lavoratori hanno ottenuto poco, pochissimo. Sia sotto il profilo salariale, specie in considerazione dei fatturati di Stm, sia dal punto di vista dei diritti contrattuali”.
Lo afferma il segretario generale della Uilm di Catania, Giuseppe Caramanna, che aggiunge: “Dopo 48 ore di trattative, è andata come avevamo previsto. Anzi, peggio! Nei mesi scorsi, dopo avere ascoltato in assemblea il malessere dei lavoratori, avevamo avvertito dei rischi prodotti dalla rottura del fronte sindacale con l’esclusione di alcune sigle, tra cui la Uilm, dalla definizione dei contenuti della piattaforma per il contratto integrativo. Oggi, quei timori hanno purtroppo avuto piena conferma”.