"Stop a sprechi e clientele" | Il richiamo della Cisl - Live Sicilia

“Stop a sprechi e clientele” | Il richiamo della Cisl

Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl Sicilia, tira le somme sulla situazione che attraversano l'Isola e il Paese, in vista della manifestazione che si terrà sabato e che vedrà l'unione sindacale scendere in piazza lontano da Cgil e Uil. "I problemi sono seri. O il governo farà qualcosa o daremo vita a iniziative di mobilitazione forte".

IN VISTA DELLA MANIFESTAZIONE DI SABATO
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PALERMO – Stop a sprechi e clientele, tagli alle addizionali e avvio di una politica di coesione sociale per il risanamento della spesa pubblica. Un progetto deciso quello che si pone la Cisl, che ha presentato oggi, nella sede regionale del sindacato, a Palermo, quelle che per l’unione sindacale si configurano come le priorità per la politica e le istituzioni regionali. Un momento di “rottura storica” in vista della manifestazione generale indetta per sabato 23 che – a detta del segretario generale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava – porterà in piazza circa seimila o settemila persone, in settantaquattro pullman.

Una vera “catena umana” che collegherà a partire dalle dieci Palazzo d’Orleans a Palazzo dei Normanni. Una richiesta, dunque, che la Cisl vuole indirizzare non solo al governo nazionale, ma anche a governo, parlamento ed enti locali e che ha decretato l’allontanamento del sindacato dallo sciopero indetto da Cgil e Uil lo scorso 15 novembre. In quella mobilitazione la Cisl avrebbe riscontrato “approssimazione e chiusura sul modo di articolare la mobilitazione in Sicilia”. Una scelta inusuale, tra l’altro, quella di manifestare di sabato ma che vuole configurarsi come una presa di responsabilità per non caricare i sindacati di un danno dovuto ad una mancata produzione.

Non poche le preoccupazioni nelle parole di Bernava riguardo alla situazione che sta attraversando il governo regionale. “Fin dalle prime mosse del governo Crocetta – ha detto il segretario generale – eravamo preoccupati che non ci fossero delle strategie. E così è stato. É necessario allora manifestare il nostro dissenso perché non c’é uno spiraglio di crescita nel nostro Paese. La nostra richiesta è quella di un taglio netto e serio al bilancio”. Una svolta storica, dunque, avviata per non rischiare di incorrere in un vero massacro sociale. “Occorre che governo e partiti rivedano le spese strutturali – ha continuato Bernava -. Serve un’operazione che alleggerisca il debito e liberi le risorse verso le vere emergenze per una efficace modernizzazione della Sicilia”.

Una situazione dura quella prospettata da Bernava, che ha parlato a tutto campo dei problemi che attraversa un ampio bacino regionale che comprende i settori della Formazione, della Sanità, i Precari e la Forestale. “Se non si fa qualcosa – ha dichiarato – adesso la Sicilia rischia di affondare. Ho già parlato con il governatore e gli ho fatto presente che non siamo così lontani dal modello Grecia. Per il prossimo anno si prevede un ulteriore calo dei consumi e un maggiore indebitamento delle amministrazioni. Ciò che chiediamo é di smetterla con le risse di potere. Il problema é serio”.

Parole al vetriolo, poi, nei confronti di ampia parte delle istituzioni nazionali, accusate di non aver condotto un’opera di razionalizzazione della spesa pubblica e di non pensare agli interessi dei più: “Troppi impostori che stanno al Parlamento prima non fanno scelte responsabli e poi aizzano il popolo”. Parlando dei problemi dell’Isola Bernava ha voluto raddrizzare il tiro: “La nostra rabbia si rivolge sia nei confronti di questi ultimi dieci mesi del governo Crocetta che degli anni del governo Lombardo. Pensiamo, dunque, che la Cisl sia più avanti dell politica nel comprendere che occorre un cambiamento nella forma di gestione della politica e sia necessaria una rinuncia a ogni forma di privilegio.”.

Andrebbero recuperati, dunque, “milioni di euro risucchiati per decenni da sprechi, clientele, rendite, inefficienza, disorganizzazione”, da far confluire dalle casse statali alle vere emergenze sociali: precari, società partecipate regionali e locali, edili, pensionati e famiglie in povertà. “Non prendiamoci in giro – ha concluso Bernava -, manca un miliardo rispetto all’anno scorso. Questi soldi vanno immediatamente ritrovati. Lottiamo per un reale richiamo alla responsabilità. Se dopo questa manifestazione le cose non si muoveranno, a cominciare dalla legge di Stabilità, ci troveremo costretti ad iniziare realmente un’opera di denuncia e mobilitazione forte”.


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