PALERMO – Poche eccezioni, per il resto la musica è la stessa: le strade sono vive e sempre più trafficate, ma nei negozi, all’apertura pomeridiana, non entra quasi nessuno. Questa la parziale “fotografia” del primo giorno di saldi in Sicilia, che fra i commercianti suscita delusione, perplessità e in certi casi polemiche. Principalmente nei confronti della decisione dell’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, di avviare oggi, mercoledì 1 luglio, il periodo degli sconti con la duplice aspettativa di “riattivare il circolo virtuoso dei consumi prima che i siciliani vadano in vacanza e di sfruttare l’arrivo dei turisti nel mese di luglio”.
Nel primo negozio che accetta di raccontare la giornata, il personale è di poche parole: “Come va? Male – dice Giovanna dal punto vendita Liu Jo di via Libertà -. Le aspettative erano più alte, nonostante tutto, però in giro non c’è nessuno. O meglio, di fatto chi sta in giro o non entra in negozio oppure se entra poi non compra e ‘ci vuole pensare’. Ma già in tutta la strada gli sconti sono partiti alti, se non altissimi per gli standard di alcuni marchi – osserva – quindi probabilmente all’acquisto i clienti non ci stanno pensando affatto. La speranza però rimane l’ultima a morire”.
“Più che sperare, aspettiamo – rispondono da MaxMara, poco più avanti -. La situazione è quella che si può notare: il negozio è semivuoto. Volendo, altre parole non sono necessarie”.
Fausto Caramazza, titolare di Polo Store in via Emerico Amari, confida nel fine settimana: “Oggi siamo partiti molto a rilento – ammette -. Basta pensare che stamattina avevamo pensato di non chiudere per pranzo e fare orario continuato ma poi non c’è stata questa necessità”. Il negozio di Caramazza è uno di quelli attualmente ‘murati’ dal cantiere dell’Anello ferroviario presente da mesi in piazza Ruggero Settimo, e la sua preoccupazione è che il nuovo cantiere in arrivo, quello nel tratto di via Ruggero Settimo compreso fra via Amari e via Mariano Stabile, “peggiori ancor di più l’accesso alla strada e quindi la possibilità di fare acquisti. Ecco perché noi commercianti avevamo insistito per l’inizio di questi nuovi lavori il 13 luglio, e non il 6 com’è stato deciso dal Comune”.
Calogero Ferrera e Silvio Corsale di Harrison, in via Ruggero Settimo, sono sarcastici: “I saldi in Sicilia? Non ce ne siamo accorti. Non si sono viste queste grandi differenze rispetto ai giorni scorsi, secondo noi a dimostrazione che la scelta di farli partire di mercoledì non sia stata fatta con grande criterio. In queste ore per la strada c’è soprattutto chi lavora o chi va di fretta. Il weekend sarà la prova del nove”.
Al contrario delle aspettative, nel primo pomeriggio di saldi siciliani non ci sono nemmeno le lunghe file fuori dai ‘big’ della moda di consumo come Zara o H&M, già viste a inizio maggio per l’attesa riapertura post-lockdown. Più incoraggianti sono le code che ‘a intermittenza’ si formano sulla soglia di alcuni negozi di intimo e costumi oppure di scarpe ma, fra le disposizioni anti-assembramenti da un lato e i dipendenti costantemente occupati dall’altro, tracciare un bilancio o iniziare un dialogo è praticamente impossibile.
Ci tiene invece a dire la sua Giuseppe Longo di Yankee, in via Rosolino Pilo, risalendo a quella che considera la fonte del problema: “La scelta di lanciare i saldi in Sicilia oggi, ragionando a livello regionale, non giova a nessuno dei protagonisti del commercio – è la sua critica – anzi a dirla tutta rovina gli affari. Così non ci sono le condizioni di beneficiare del principio dei saldi, vendere scontato ma vendere di più, e non riusciamo nemmeno a pareggiare il margine di sconto. A questo punto – aggiunge – mi sembra ovvio che solo nel weekend potremo capire se la gente avrà voglia di comprare in saldo. Per quanto riguarda il mio negozio oggi stiamo lavorando praticamente come prima, niente di eccezionale ma pur sempre lavoro, però ribadisco: la politica sta dimostrando di non capirne nulla di commercio”.