Strage di Altavilla, processo alla figlia di 17 anni: può evitare il carcere? - Live Sicilia

Strage di Altavilla, processo alla figlia di 17 anni: può evitare il carcere?

Il difensore solleva una questione di legittimità costituzionale

PALERMO – Slitta l’udienza preliminare che vede imputata la diciassettenne per la strage di Altavilla Milicia. Nella villetta degli orrori furono torturati e uccisi Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emmanuel 16 e 5 anni.

Giovanni Barreca, padre e marito delle vittime, e la figlia hanno confessato. Sabrina Fina e Massimo Carandente si sono sempre professati innocenti.

L’avvocato Carmelo Salamone, difensore della diciassettenne (era presente in aula ed è apparsa ancora scossa) ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della norma inserita nel cosiddetto decreto Caivano.

Il governo Meloni dopo le violenze sessuali di un gruppo di minori ai danni di una ragazzina nel Comune nella città metropolitana di Napoli ha introdotto il divieto di messa alla prova per i minori imputati, tra l’altro, dei reati di omicidio aggravato.

Le vittime furono legate e seviziate con gli attrezzi del camino nella convinzione che dovessero essere liberate dal demonio. Il corpo della donna fu dato alle fiamme.

Il difensore ritiene incostituzionale la norma poiché limiterebbe la funzione di riabilitazione affidata all’istituto della messa alla prova per i minori.

Secondo la procuratrice Claudia Caramanna, la questione è irrilevante e manifestamente infondata. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale per i minorenni Nicola Aiello si è riservato e ha rinviato il processo al 26 settembre.

Se la richiesta della difesa venisse accolta il processo si fermerebbe in attesa della decisione della Consulta. In caso contrario si andrà avanti con l’esame dell’imputata.


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