PALERMO – Giovanni Barreca continua a ripetere che sente la presenza del demonio ovunque. Anche nell’aula del tribunale di Termini Imerese dove oggi, martedì 6 agosto, è stato tradotto per l’incidente probatorio.
Il giudice per le indagini preliminari ha conferito l’incarico ai consulenti. Sarà una perizia psichiatrica, infatti, a stabilire se sia capace di intendere e volere. L’uomo è accusato insieme alla figlia, a Sabrina Fina e Massimo Carandente di avere ucciso – la notte tra l’8 e il 9 febbraio scorsi – la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emmanuel nella loro villetta ad Altavilla Milicia.
Gli psichiatri Domenico Micale e Renato Tona e la psicoterapeuta Chiara Caruso hanno chiesto due mesi di tempo per concludere la valutazione.
Barreca ha confessato e accusato la coppia di amici. Era e resta convinto che il diavolo si fosse impossessato dei corpi dei propri cari e che Sabrina e Massimo avessero condotto un rito di liberazione.
Il suo legale, l’avvocato Giancarlo Barracato (che ha nominato lo psichiatra Alberto Caputo e la criminologa Roberta Bruzzone) spiega che i deliri di Barreca proseguono.
Ogni volta che nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto (la struttura ospita detenuti con problemi psichiatrici) sente le lamentele di qualche detenuto pensa che si tratti del demonio. L’avvocato sin dal primo momento ha chiesto una valutazione psichiatrica. Poi è arrivata anche la richiesta della Procura di Termini Imerese.
In aula c’era anche Sabrina Fina, che tramite l’avvocato Franco Critelli ha nominato un suo consulente, Giovanni Spoletti, per l’incidente probatorio. Il legale ieri ha incontrato la donna in carcere. Continua a professarsi innocente. Era andata nella casa di Altavilla Milicia solo per pregare e fare del bene.
Non c’entra nulla con il triplice omicidio e con le torture, stessa cosa il marito (Massimo Carandente è difeso dall’avvocato Maria Tavoletta.)
Ci sono due verità. Quella di Barreca e della figlia di diciassette anni secondo cui, Antonella Salamone, Kevin ed Emmanuel sarebbero stati uccisi durante un esorcismo, un rito per liberarli dal demonio condotto dalla coppia.
“Massimo Carandente e Sabrina Fina mi avevano convinto di essere pure io vittima di una maledizione da parte della mamma e della nonna – ha raccontato la figlia dei Barreca – . Mi hanno fatto bere moltissimo caffè e poi mi hanno fatto vomitare, ero convinta di aver vomitato i capelli di mia madre, che da piccola mi picchiava, e della nonna”. La posizione della ragazza è stata separata e siamo già alla fase della richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura per i minorenni.
Ma Sabrina Fina non ci sta: “Io contesto integralmente i fatti che mi vengono addossati perché io non li ho commessi, né sono una persona manipolatrice, violenta, anaffettiva e palesemente concentrata su demoni, ma sono solo una mamma ‘chioccia’”
Ed ancora: “Giovanni Barreca ha chiuso tutti noi dentro casa, mettendo un tavolo rotondo davanti la porta e un catenaccio nel cancello esterno che poi lui stesso ha rotto con un martello. Penso che più di dare supporto a dei bambini a cui mancava l’affetto non potevamo fare, sia io che mio marito. Noi fondamentalmente ci trovavamo là, io e Massimo, per dare amore a questi tre ragazzi”.
L’avvocato Critelli sta finendo di analizzare il materiale raccolto dalla Procura di Termini Imerese e da quella per i minorenni di Palermo. Nei prossimi chiederà di potere entrare nella villetta dell’orrore dove una giovane donna e i suoi figli di 16 e 5 anni hanno trovato la morte dopo terribili torture e sofferenze.