CEFALU’ (PALERMO) – Mancavano soltanto alcuni chilometri, poi avrebbero potuto abbracciare i loro parenti che li aspettavano in città. Era originario di Palermo Guglielmo Di Maggio, il 45enne rimasto ucciso nel tragico incidente avvenuto ieri pomeriggio nella galleria “Battaglia” dell’autostrada A20 insieme al resto della sua famiglia. Il violentissimo tamponamento a catena provocato da un autocompattatore che ha sbandato e si è fermato al centro della carreggiata, non ha infatti lasciato scampo alla moglie, Nunzia Natoli di 39 anni e alla loro bambina, Anna, di soli sette anni. Nel giro di pochi minuti il tunnel che collega Castelbuono e Cefalù si è trasformato in un inferno di morte e terrore.
I tre viaggiavano a bordo di una Peugeot 307 in direzione di Palermo, sul sedile posteriore c’era anche il loro secondo bambino, Antonino, di cinque anni. “Nino”, come lo chiamava la mamma, è l’unico sopravvissuto ad una strage che conta anche un’altra morte, quella di Rosario Scaduto, il giovane misilmerese che ieri era alla guida del mezzo che trasportava rifiuti. Una giornata di lavoro come tante altre quella del 26enne che abitava alle porte della città, dove in tanti lo conoscevano perché nipote del titolare di uno dei panifici storici del paese. Rosario aveva una vita davanti, dopo diversi lavori saltuari aveva finalmente trovato un impiego stabile. “Per lui non esistevano week end – dice Rosalba Maiolino, un’amica – non esitava a fare sacrifici nonostante la giovane età. La nostra comunità è sconvolta, è l’ennesimo misilmerese che ci lascia tragicamente. Non sappiamo cosa sia successo dentro quella galleria, non riusciamo a capire come sia stato possibile che abbia perso il controllo del mezzo, era sempre prudente”.
L’autocompattatore che Sucato guidava è sbandato di colpo, sbarrando letteralmente la strada a chi proveniva in velocità da Messina in direzione Palermo. E l’auto della famiglia Di Maggio è finita dritta sul mezzo pesante, trasformandosi in una trappola di lamiere aggrovigliate. Un impatto violentissimo, reso più grave da un’altra auto e da un pullman piombati a loro volta sui mezzi. Ad estrarre i corpi senza vita dei coniugi e quello della bambina i vigili del fuoco. Il piccolo, con una frattura al femore ed un grave trauma toracico addominale, è stato trasportato con l’elisoccorso al Di Cristina del capoluogo, dove è stato ricoverato in Rianimazione con prognosi riservata.
La speranza dei familiari del macellaio è adesso appesa a un filo. Il dolore straziante del paese di Patti, dove Di Maggio abitava ormai da più di dieci anni dopo essersi sposato, è infatti strettamente legato a quello dei parenti che il 45enne aveva a Palermo. Amava trascorrere i fine settimana nella sua città d’origine e ieri aveva approfittato della bella giornata per caricare qualche bagaglio in auto e mettersi in viaggio con la moglie e i suoi piccoli. Una breve pausa per staccare la spina dalla vita di tutti i giorni, che si snodava tra la casa e il suo negozio, in via Nicolò Gatto Ceraolo.
Ma l’ansia cresce anche per altre due persone rimaste ferite nello scontro. Sono gli anziani passeggeri di una Reanult Megane finita come un proiettile sulla station wagon su cui si trovavano le vittime. Amedeo Cattarinich e Rosa Insana, marito e moglie di 74 e 75 anni, sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù. I medici del 118 di Messina e di Palermo hanno rilevato alcune ferite interne e fratture ossee.
E chi ha assistito all’impatto, parla di “una scena atroce”. Un passeggero del pullman della Sais che era diretto nel capoluogo ha descritto momenti terribili: “Mi è passata tutta la vita davanti – racconta – non ho avuto nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo. I finestrini del pullman sono stati sfondati dall’impatto, il vetro in frantumi ci ha travolto. Forse poi sono svenuto, ho ripreso i sensi soltanto quando ho sentito le sirene. Avrei voluto si trattasse soltanto di un terribile incubo, ma era tutto vero”. Una realtà fatta di polvere, lacrime e sangue. Nuove croci sull’asfalto della provincia palermitana, dove un’altra famiglia lo scorso novembre fu distrutta da un tragico impatto. Uno scontro frontale sulla Palermo-Sciacca che non lasciò alcuna possibilità alla 25enne Maria Luisa Mergola e ai suoi due bambini che viaggiavano a bordo dell’auto guidata dal marito. L’uomo, in quel caso, fu l’unico a sopravvivere dopo diversi giorni d’agonia trascorsi in ospedale.