Strazio e lacrime per Fulvio Maiorca| Ultimo saluto a Villagrazia di Carini - Live Sicilia

Strazio e lacrime per Fulvio Maiorca| Ultimo saluto a Villagrazia di Carini

Una chiesa piena di amici e parenti ha accolto il feretro dell'agente di commercio che ha perso la vita nel tragico incidente stradale sull'A19. "Fulvio vivrà nei nostri ricordi - dice chi lo conosceva - e farà parte dei pensieri più belli perché era un uomo forte e gioioso che conosceva il sacrificio".

Il pubblicitario morto sulla A-19
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VILLAGRAZIA DI CARINI (PALERMO) – “Questa vita ti ha più tolto che dato, ma non ti è mai pesato e non l’hai fatto pesare a chi ti amava”. Con queste parole gli amici hanno salutato per l’ultima volta Fulvio Maiorca, l’agente commerciale rimasto ucciso in un tragico incidente stradale sull’A19 tre giorni fa.

I funerali del 54enne si sono svolti nella chiesa di Santissima Maria delle Grazie di Villagrazia di Carini: da diversi anni Maiorca abitava nella zona con la sua famiglia e stamattina in tantissimi hanno voluto accompagnarlo nel il suo ultimo viaggio. In chiesa, in prima fila, la moglie e i suoi due figli, straziati dal dolore. Proprio a loro si è rivolto più volte il sacerdote, padre Raffaele Speciale, che conosceva di persona Maiorca: “Che il suo sorriso sia sempre tra voi. Che vi accompagni e vi guidi – ha detto durante l’omelia -. Fulvio era un uomo buono, lo avevo conosciuto tempo fa e mi aveva trasmesso gioia, voglia di vivere. E’ morto – ha proseguito – ma ci sente, ci ascolta, ci vede. Sia presente in noi il suo ricordo vivo, la sua gioia. Si nasce per conoscere Dio – ha continuato padre Speciale – si vive per incontrarlo. Questo dolore, lo so bene, è enorme, ma la speranza deve aitarci ad andare avanti e il Signore darà a noi tutti il sostegno per continuare”.

Dopo le parole del sacerdote, è stata la volta dei pensieri di amici e parenti dell’agente commerciale. Con le mani tremanti e la voce spezzata dalle lacrime, si sono susseguite al microfono le persone che, negli ultimi anni, erano maggiormente state vicino a Fulvio Maiorca, che recentemente aveva anche avuto gravi problemi di salute. “Avevi superato tanti ostacoli – hanno detto -, ogni problema era per te un ostacolo da superare. E, puntualmente, riuscivi a risolvere le cose. Sei stato un amico affidabile, un uomo legato alla famiglia e un padre responsabile. Una persona di cui chiunque sentirà la mancanza”.

Fulvio era proprio così – racconta Giuseppe Lentini – un uomo sempre disponibile, pronto a tendere una mano, gran lavoratore. Nessuno può parlarne male, ma soltanto positivamente. Io lo conoscevo da tempo, sapevo che era sempre in giro per il suo lavoro, conoscevamo tutti i suoi sacrifici”. “Già – aggiunge Salvatore Russo – se gli si chiedeva un favore non diceva mai di no, era generoso ed altruista. Quello che è successo ci ha portato via un uomo speciale, che ben sapeva cosa sono i sacrifici. E lui ne faceva tanti”. “Sì – prosegue Giovanni F. – il settore in cui lavorava risentiva da tempo delle conseguenze della crisi, ma invece di mollare tutto, lui ricominciava ogni volta da zero. Non si abbatteva, c’era in gioco la sua famiglia, si sentiva responsabile ed ha continuato a viaggiare per tutta la Sicilia pur di garantire le entrate economiche sufficienti a chi amava”.

E quel giorno, era martedì pomeriggio, Fulvio Maiorca era alla guida della sua Renault proprio perché doveva incontrare un agente. Poco prima aveva pranzato con un altro collega e amico a Casteldaccia. E’ stata l’ultima persona a vederlo. Tornando verso Palermo, infatti, l’agente commerciale avrebbe perso il controllo dell’auto finendo contro un mezzo pesante, nel tratto di autostrada compreso tra Altavilla e Bagheria. Un tamponamento violentissimo che l’ha ucciso sul colpo. Maiorca aveva lavorato per più di undici anni a Publikompass, per la quale era stato coordinatore nella zona di Agrigento.

“Non ho parole per descrivere Fulvio – dice l’amico d’infanzia Enrico -. Non credo ce ne siano per descrivere pienamente quel che era. Ci siamo conosciuti quando avevamo circa quattordici anni, lui abitava in via Norvegia, a Palermo. La nostra amicizia adolescenziale è nata proprio lì, tra le strade che separavano i nostri palazzi. Le prime esperienze, i primi motorini, le prime uscite. Abbiamo fatto tutto insieme. Ed io oggi sono qui in rappresentanza di tutti gli amici di quel periodo. Non lo vedevo da tempo ormai, ma quando ho saputo quello che gli è successo non riuscivo a crederci. Forse, se ci fossimo incontrati, non mi avrebbe nemmeno riconociuto. Ma lui ha fatto parte della mia vita per un lungo periodo di tempo e rimarrà sempre nei pensieri. In quelli con i ricordi più belli”.


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