I regionali come gli statali, “perché non può passare la linea del privilegio per una categoria”. La Regione applica anche in Sicilia la stretta sulle visite fiscali prevista dal decreto “anti-fannulloni” del ministro Renato Brunetta: per effetto di una circolare firmata il 9 ottobre dal direttore generale del dipartimento Personale Alfredo Liotta, i controlli a casa dei dipendenti assenti per malattia, che finora potevano essere effettuati solo fra le 10 e le 12 e dalle 17 alle 19, saranno possibili dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20. Di fatto, le ore utilizzabili passano da 4 a undici: “Prima della mia circolare – spiega Liotta – le visite fiscali saltavano spesso, perché le Ausl hanno a disposizione un numero limitato di medici, che devono controllare i dipendenti di tutti i settori, dal pubblico al privato. In due ore non si possono fare molte visite”.
La decisione, però, ha provocato una dura reazione dei sindacati. Del resto – lo specifica lo stesso Liotta nella circolare – la nuova decisione modifica di fatto il contratto collettivo dei Regionali, che prevede appunto maglie più larghe per le visite fiscali: “Di conseguenza – afferma il direttore generale del dipartimento Personale – ho già ricevuto due documenti critici da altrettante sigle sindacali, i Cobas e la Cisl”. Intanto, alla Regione non si registra un aumento dei controlli andati a vuoto, anche se il numero delle verifiche è cresciuto: “Prima – chiarisce Liotta – le visite fiscali scattavano periodicamente, con scarsissima attenzione per le assenze di un giorno. Adesso, invece, vengono richieste in ogni caso”. Segno che la cura anti-”fannulloni”, al di là dei dati sulle assenze per malattia, sta producendo un effetto.