PALERMO – “L’assessore alla Salute Daniela Faraoni ha finalmente dato il via agli incrementi tariffari per RSA, CTA, Strutture riabilitative ex Legge 833/78 e Centri diurni per l’autismo. È una buona notizia, ma purtroppo non sufficiente a ripristinare la sostenibilità del settore”. Lo afferma il Presidente di Confsalute Sicilia, Luigi Marano, a seguito delle comunicazioni dell’assessore Faraoni e del Dirigente del Dipartimento Pianificazione Strategica Salvatore Iacolino, sugli aumenti tariffari in fase di definizione in favore delle Strutture socio-sanitarie siciliane.
Lo schema della Regione prevede:
• +3,5% dal gennaio 2025
• +1,5% dal gennaio 2026 (2,5% per le sole RSA)
• +2% aggiuntivo dal 2027, come da impegno dell’assessore Faraoni con le Associazioni datoriali.
“La realtà del settore- prosegue Marano, ci dice però che le strutture socio-sanitarie non riescono a sostenere i costi crescenti, legati all’inflazione e ai rinnovi contrattuali. Gli incrementi previsti dalla Regione non riusciranno a colmare il gap. Quello che serve è invece un deciso investimento su questo tessuto, in larga parte di PMI, impegnato a garantire il diritto alla salute e le prestazioni socio-sanitarie. La situazione più critica riguarda le RSA, la cui remunerazione è ferma ai valori del 1999 e aggravata dal taglio del 5% introdotto nel 2010″.
“Per queste ragioni – conclude il presidente di Confsalute Sicilia – chiediamo una nuova convocazione del tavolo tecnico, al fine di affrontare in modo più organico il tema delle tariffe. A supporto delle nostre istanze, siamo pronti a presentare una memoria tecnica che metta in evidenza le criticità e le necessità del settore, nell’interesse dei pazienti e delle strutture”.

