È la giornata internazionale dello studente, ma a Palermo, non c’erano festaggiamenti. A sfilare infatti erano i giovani in protesta. Dal Regina Margerita, dal Vittorio Emanuele III e II, dal liceo classico Meli, dal Benedetto Croce, gli istituti superiori Pareto e Basile. La Rete dei collettivi studenteschi ha sfilato preceduta da una bara nera.
“I soldi per l’istruzione esplodono in Afghanistan” stava scritto in uno striscione più indietro. “Una fascistizzazione dello Stato”, così l’ha definita un rappresentante degli studenti, Riccardo Zerbo, che “toglie soldi all’istruzione” per destinarli alle operazioni militari. E un funerale della scuola pubblica perchè “Se i tagli continuano – spiega Mattia di Gangi, rappresentante dell’ I.T.I. Vittorio Emanuele III – saremo costretti a iscriverci alla scuola privata”. Manifestano per chi non se lo potrà permettere, perchè “l’istruzione – continua – è l’unico modo che abbiamo per poter progredire socialmente”. Nel corteo degli studenti medi anche la Flc Cgil: “Sono qui a difesa della scuola pubblica, del lavoro, della vita” racconta una maestra di scuola primaria.
“Sono qui perchè mi preoccupo per il futuro e le prospettive dei giovani, soprattutto per il collegamento tra l’istruzione e il mondo del lavoro” dice Gaspare Semprevivo, un pensionato dello Spi Cgil, padre di una giovane che ancora frequenta il liceo. Il corteo degli studenti medi, partito da piazza Politeama, si è incontrato con quello degli studenti universitari all’incrocio tra corso Vittorio e via Roma, per arrivare insieme sotto la sede del Rettorato, in piazza Marina.
Anche tra gli studenti universitari non si respira aria di festa. In testa al corteo, le studentesse di logopedia: “Gli insegnamenti del primo anno non è proprio partito. Al secondo hanno attivato solo quattro insegnamenti su tredici. Da noi la protesta dei ricercatori è marginale. Non abbiamo docenti. I logopedisti stutturati dovrebbero arrivare dal Policlinico, che non ce li concede a titolo gratuito, e l’università non se li può permettere” spiega Giuliana Di Pace, rappresentante del secondo anno. “C’è una totale disattenzione del Governo verso la questione dell’Università, sempre più definanziata e sempre più maltrattata anche dal punto di vista istituzionale, visto l’ingresso, con la riforma Gelmini, dei privati all’interno del consiglio di amministrazione”. A parlare è Pier Paolo Corso, ricercatore di Fisica alla facoltà di Scienze e rappresentante all’interno del consiglio di amministrazione dell’Ateneo. “Intollerabile anche il definanziamento dell’università che viene passato come un’aggiunta di nuove risorse. Se si continua così – conclude il ricercatore – l’Università non potrà soppravvivere”. Gli studenti erano circa 4000. In piazza a Palermo come in altre città della penisola. E non certo per festeggiare.