CATANIA – Condannato per istigazione al suicidio: è la sentenza della Corte di assise di appello di Catania, su Emilio Coveri, ritenuto responsabile di avere influenzato Alessandra Giordano nella sua decisione di ricorrere al suicidio assistito. L’uomo è il presidente dell’associazione Exit Italia, che si occupa del diritto all’eutanasia. In primo grado era stato assolto perché il fatto non sussiste.
Suicidio assistito, la sentenza
In appello Coveri è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione, come chiesto in appello dai pm catanesi Ignazio Fonzo e Angelo Brugaletta. La procura di Catania aveva infatti impugnato l’assoluzione in primo grado.
Con la sentenza di oggi Coveri è stato anche condannato al risarcimento dei danni alle parti civili, ovvero alla famiglia di Alessandra Giordano, e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. La quantificazione dei danni è stata rinviata al giudice civile.
Il caso di Alessandra Giordano
Il processo in cui è coinvolto Coveri riguarda la morte di Alessandra Giordano, paternese di 47 anni, morta il 27 marzo 2019 a Forch, in Svizzera. Come raccontato da Livesicilia, Giordano decise di fare ricorso al suicidio assistito nella struttura dell’associazione Dignitas, e dopo il suo decesso i familiari decisero di presentare un esposto alla Procura di Catania sostenendo che fosse stata istigata al suicidio.
Emilio Coveri fu processato per avere rafforzato, secondo quanto sostenuto dall’accusa, l’intento suicidiario di Alessandra Giordano. La donna secondo questa tesi avrebbe preso la sua decisione definitiva solo dopo avere parlato con Coveri.