PALERMO – Un’orchestra per l’Ars. Un nuovo ente musicale in Sicilia con tanto di poltrone, collegio dei revisori dei conti, soprintendente. Si chiamerà “Orchestra del Mediterraneo” e sarà gestita dalla Fondazione Federico II. La proposta arriva da Forza Italia ed è sponsorizzata direttamente dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè (che per regolamento, però, non può firmare emendamenti). La norma che ne prevede la nascita è stata presentata in Commissione Bilancio durante la seduta notturna ed è stata votata e approvata e farà parte di quella Finanziaria “snella” che il Parlamento regionale si appresta a votare, nel tentativo di scongiurare l’esercizio provvisorio che scade domani a mezzanotte. Nelle stesse ore, quindi, in cui si cercano i soldi per ripianare un “buco” di oltre due miliardi, i deputati pensano all’intermezzo musicale.
Obiettivo dell’operazione che “la Regione promuove tramite la Fondazione Federico II”, sarebbe quello di “valorizzare e rafforzare, attraverso la conoscenza e la diffusione dell’arte musicale e del patrimonio storico relativo, il dialogo interculturale fra i paesi del Mediterraneo, come strumento di pace e di superamento della differenze”.
La nascita del nuovo ente per “la valorizzazione delle tradizioni storiche e culturali” si porta dietro, com’è ovvio, la creazione di alcuni posti di sottogoverno le cui nomine spettano alla politica. “L’ente – spiega la norma – sarà amministrato da un consiglio, composto da tre componenti nominati dal presidente pro tempore della Fondazione Federico II, scelti tra rappresentanti del mondo della cultura e dell’arte con specifiche competenze nell’ambito dell’arte musicale; ci sarà un collegio dei revisori dei conti e un sovrintendente scelto dal Consiglio tra soggetti dotati di comprovata esperienza nell’ambito della gestione ed organizzazione di spettacoli musicali ed eventi simili”.
E, così, come detto, mentre il governo regionale fa fatica a chiudere il bilancio, cercando di recuperare fondi per coprire un disavanzo che i siciliani dovranno pagare per i prossimi trent’anni, l’Ars pensa a un ente musicale che “per il perseguimento delle proprie finalità, può ricevere erogazioni provenienti da enti pubblici e privati, nonché partecipare all’assegnazione di risorse regionali ed extraregionali e comunitarie”. Soldi dei cittadini, insomma, derivanti da fondi europei, fondi della ex Tabella h, fondi dell’Ars per le attività culturali, come quelli che uno degli ultimi Consigli di Presidenza ha deciso di aumentare di 200 mila euro. Insomma, in una Regione che è sempre più simile al Titanic, sembra quasi di rivedere la scena del film con Di Caprio e la Winslet in cui i musicisti suonano sul ponte fino al momento dell’inabissamento.
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