“Stiamo pensando a un ddl che blocchi le nomine di Lombardo. Ma è una questione delicata, con aspetti che riguardano anche i diritti costituzionali del governo”. Con queste parole, il capogruppo del Pd Antonello Cracolici ha commentato le decisioni prese oggi dal gruppo parlamentare all’Ars. Sulla mozione di sfiducia, invece: “Se ne è discusso a lungo, e ci sono opinioni diverse. La questione sarà affrontata dal partito in direzione, sabato prossimo”.
Ma i dubbi, oltre che sulla mozione, sono anche sulla norma che dovrebbe “stoppare” le norme del governo: “La questione è delicata e riguarda aspetti costituzionali. Non si può privare il governo di una sua prerogativa. Certamente, queste nomine sono inopportune, visto che vincolano anche il prossimo governo”. Comunque, il capogruppo del Pd ha detto che, “se servirà, proporremo una iniziativa parlamentare”.
Sulla mozione di sfiducia, invece, Cracolici ha detto “che i deputati, riuniti in gruppo, hanno tutti espresso la propria opinione. Le opinioni sono diverse, e ciascuna di queste è stata ampiamente motivata. Io e il segretario Lupo abbiamo accolto queste valutazioni, che saranno poi portate in direzione regionale, luogo nel quale il partito dovrà decidere, eventualmente, se presentare o meno la mozione”. Sullo sfondo, però, c’è la possibilità che la mozione venga avanzata all’Ars dall’opposizione, “e in quel caso valuterà il gruppo”, ha concluso Cracolici.
In realtà, nei giorni passati, diversi big hanno parlato espressamente della possibilità di presentare una mozione di sfiducia al governo. Epilogo caldeggiato esplicitamente da almeno sei parlamentari: Ammatuna, Apprendi, Di Benedetto, Donegani, Faraone e Mattarella.
Ma i dubbi sulla mozione, anche oggi al gruppo, non sono mancati. E il partito, alla fine, ha deciso di non decidere. Ovvero, rimandare tutto alla direzione di sabato. Le perplessità, infatti, sono state sollevate anche sulle motivazioni alla base della sfiducia. Il presidente della commissione Salute Laccoto, in una delle rare pause di una riunione serrata, ha ammesso: “Che senso ha una mozione senza un discorso politico alla base”. In soldoni, come fa il Pd ha sfiduciare un governo col quale è stato alleato fino a pochi giorni fa? E soprattutto, come fa il partito a prendere una decisione che si tradurrebbe in una rottura inequivocabile con l’Mpa, senza prima avere chiaro il quadro delle prossime alleanze? Questa è un po’ l’idea dell’area vicina al capogruppo. “Il partito – ha spiegato il presidente della Commissione antimafia Lillo Speziale – deve chiarire in che direzione vuole andare”. Insomma, i deputati non lo dicono espressamente, ma il tema è l’alleanza possibile con l’Udc. Un’alleanza che, se non certa, deve quantomeno essere al centro dell’agenda futura del partito.
E non sono mancate nemmen le voci di aperto dissenso alla mozione. “Considero sbagliato il percorso della mozione di sfiducia – ha commentato a poche ore dal vertice il deputato regionale agrigentino Giovanni Panepinto -. Dal momento che è già stata indicata la data di ottobre per il voto anticipato, variamo subito la norma per bloccare l’attacco bulimico di nomine da parte di Lombardo: ma la sfiducia, a questo punto, paradossalmente ci farebbe buttar via tempo prezioso. E sarebbe un atto ipocrita da parte del PD”.