CATANIA – Mancanza di risposte, assenza di certezze. Sono preoccupati i residenti e i commercianti della zona intorno al Castello Ursino per l’imminente trasferimento degli uffici dell’anagrafe che, dalla storica sede di via Transito, verranno spostati – o almeno così pare – nel nuovo centro sociale di San Leone. Quello per cui il vicesindaco, Marco Consoli, si era impegnato con l’inviato di Striscia la Notizia. Nella sede che, da decenni, ospita anche l’ufficio matrimoni e l’ufficio morti, il complesso Santa Chiara, dovrebbe nascere un museo.
“Non conosciamo il progetto” – tuonano i residenti che hanno chiesto all’amministrazione di mantenere almeno gli sportelli al pubblico per non causare disagi all’utenza ma, soprattutto, per mantenere un presidio istituzionale nel quartiere che, secondo chi vive e lavora lì, senza l’anagrafe rischia di diventare un deserto. “Si può trasferire qualsiasi ufficio proseguono – ma non l’anagrafe e l’ufficio funebre, perché sono da sempre punti di riferimento non solo della zona, ma di tutta la città”.
Parlano di una nuova presa di posizione da parte dell’amministrazione, che non avrebbe concertato il trasferimento – contro il quale sono state raccolte circa mille firme – e chiedono di conoscere le intenzioni del Palazzo non solo per quanto riguarda la nuova Anagrafe, ma anche in relazione al museo che dovrebbe nascere nel complesso di via Transito. “Non vorremmo – continuano – che finisse come la Manifattura tabacchi, che sarebbe dovuta diventare un museo e di cui ancora non si sa nulla. Noi siamo favorevoli al fatto che San leone debba essere attivato – proseguono – ma non ci sono altri uffici da spostare? Vogliamo vedere il progetto, vogliamo capire cosa nascerà qui, se qualcosa nascerà. Troppe volte abbiamo visto cantieri mai portate a termine. E questo sulla pelle delle persone”.
Una richiesta, quella di conoscere nel dettaglio cosa avverrà dell’Anagrafe da un lato e dell’edificio di via Castello Ursino, ufficializzata dal capogruppo di Catania Futura, Carmelo Coppolino, che ha presentato una interrogazione alla quale, però, ha ricevuto solo risposte ufficiose. “Voglio vedere le carte – afferma il consigliere – e sapere come verranno collocati gli uffici nella nuova sede, le tempistiche per la ristrutturazione del complesso di Santa Chiara e, soprattutto, se sarà possibile mantenere almeno gli sportelli al pubblico nella vecchia sede”.