PALERMO – Alla marmeria di via Aloi, rione Santa Maria di Gesù a Palermo, c’era un gran viavai. L’attività commerciale di Gaetano e Francesco Di Marco, padre e figlio, arrestati qualche mese fa, era il luogo di incontro dei mafiosi del potente mandamento palermitano.
Lì si facevano vedere spesso Mario Marchese e Pino Greco. Il primo è stato un potente capomafia deceduto qualche mese fa dopo essere di nuovo finito in cella. Il secondo, Greco, viene indicato dagli investigatori come colui che avrebbe preso in mano le redini del clan. Almeno fino quando anche lui non è finito in carcere.
Quando c’era qualcosa di cui discutere è alla marmeria che si davano appuntamento. Accadeva, ad esempio, quando Antonino Macaluso, incaricato di gestire il patrimonio dei Pullarà, doveva consegnare i soldi degli affitti degli immobili che apparterrebbero ai membri della famiglia mafiosa. A gestire i beni sarebbe stato Santi, figlio di Ignazio.
Grandi affari e piccole questioni. Antonino Capizzi, altro cognome di peso a Villagrazia e dintorni, si era intestato la risoluzione di una controversia. Aveva incaricato Giuseppe Ribaudo di chiedere ai Di Marco di attivarsi per “recuperare” una macchina. Si trattava di una Mercedes che era stata sottratta a un amico di Capizzi per sanare un debito. In effetti, l’autovettura un pomeriggio di due anni e mezzo fa fu fotografata nella marmeria dei Di Marco.